Crescita
Complesso di Edipo nel bambino, quando si manifesta, i sintomi e le cause
Il complesso di Edipo è una fase normale dello sviluppo psico-affettivo del bambino, che lo porta ad “innamorarsi” della mamma. Vediamo a che età di manifesta e con quali sintomi
Si sente spesso parlare del Complesso di Edipo in accezione negativa, come nodo irrisolto del rapporto madre-figlio che porta quest’ultimo, sebbene diventato adulto, a continuare a vedere nel genitore del sesso opposto l’unico partner possibile con intuibili blocchi e immaturità nel rapporto con le altre donne.
La maturazione psico-sessuale dei bambini, intesa come acquisizione dell’identità di genere e manifestazione dei naturali impulsi affettivi e di attrazione fisica, avviene molto precocemente, perché si tratta di una inclinazione in buona parte determinata in fase intrauterina.
I maschietti e le femminucce, però, si relazionano in primis con i propri genitori, che rappresentano quindi il primo contatto con persone dell’altro sesso. Per tale ragione è importante che nei primi anni di vita bimbi e bimbe ricevano in modo equilibrato affetto e attenzione da parte di entrambi i genitori per poter sviluppare in modo equilibrato le proprie inclinazioni sessuali (qualsiasi esse siano), e sentirsi accettati e amati e non giudicati.
Ma in questo percorso di maturazione ci sono delle tappe che tutti i bambini attraversano, e che, dal punto di vista emotivo e psicologico possono risultare un po’ “strane” ma che vanno solo elaborate con il tempo. Una di queste fasi relativa allo sviluppo affettivo e sessuale dei maschietti fu individuata da Freud e definita “Complesso di Edipo” (poi allargata alle bimbe da Jung che parò per il sesso femminile di Complesso di Elettra), si verifica tra i 2 e i 3 anni con dei comportamenti peculiari.
Il bambino si attacca morbosamente alla propria mamma “innamorandosene” e cercando – naturalmente in modo del tutto istintivo ed inconscio – di allontanarla dal papà, verso il quale sviluppa un atteggiamento ostile percependolo come una minaccia (paura di essere “castrato”). Il bambino in questo delicato momento della sua crescita non accetta di staccarsi dalla sua mamma, la vuole tutta per sé, e vede nella figura paterna – ovvero nell’altro “maschio” di casa – un potenziale rivale.
Si tratta, naturalmente, di processi “primordiali”, legati all’istinto e al senso del possesso, che non devono spaventarci o preoccuparci. Il bambino cerca il continuo contatto con la madre e tenta di tutto pur di impedire che il padre si “intrometta” perché teme di perderla e perché in questo modo “marca” il territorio per la prima volta allo stesso tempo definendo il proprio orientamento sessuale.
Il Complesso di Edipo si risolve spontaneamente dopo poco tempo con la crescita e la relazione con gli altri bambini. Il piccolo smette di vedere nel padre un rivale, impara a staccarsi dalla mamma e a riversare gli impulsi di attrazione verso le compagnette della sua età o comunque altre figure femminili.
E’ importante che i genitori non cambino atteggiamento nei confronti del bambino, che non smettano di scambiarsi affettuosità davanti e lui anche se il bambino appare infastidito e fa i capricci, e che non lo facciano sentire in colpa per un atteggiamento del tutto istintivo e naturale.
Come anticipato, il Complesso di Edipo si risolve con lo sviluppo, e sono solo pochi i casi “davvero” patologici a loro volta determinati da complessi irrisolti da parte dei genitori. Edipo, la figura mitologica associata a questo fenomeno, era il protagonista di una notissima tragedia di Sofocle, il quale senza saperlo uccise il padre e sposò la madre diventando re di Tebe, salvo poi, una volta venuto a conoscenza del misfatto, cavarsi gli occhi per redimersi.
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Foto| via Pinterest