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Gravidanza

Sindrome alcolico-fetale: sintomi, fattori di rischio e prevenzione

La sindrome alcolico-fetale colpisce i bambini che abbiano assorbito alcool in fase di gestazione provocando in loro deficit più o meno gravi. Vediamo i sintomi e le dosi a rischio

La sindrome alcolico-fetale (FAS), è una grave patologia che può colpire il feto in fase intrauterina e dopo la nascita se esposto a quantità alcoliche durante la gravidanza superiori ai livelli consigliati, soprattutto nel primo trimestre.

In questa fase, infatti, accade che l’alcool superi la barriera placentare arrivando direttamente al sangue del feto e producendo, come facilmente intuibile, danni al suo sviluppo. La sindrome alcolico-fetale non colpisce tutti i soggetti con la stessa gravità, in alcuni le conseguenze sono lievi, in altri severe.

Ci sono evidenza scientifiche che correlano il consumo regolare di bevande alcoliche (ad esempio 1 o più unità al giorno), con un aumento del rischio di aborto spontaneo, e con l’insorgenza di anomalie e di deficit fetali di natura intellettiva, cognitiva e socio-comportamentale.

In particolare la sindrome alcolico-fetale può provocare:

  • Dismorfologie facciali e ritardo mentale (causati da eccesso alcolico nel primo trimestre di gravidanza)
  • Ritardo nella crescita (dovuto ad un eccesso di alcool nella seconda parte della gravidanza)
  • Accrescimento anomalo del cranio (eccesso di alcool nella quarta settimana di gestazione)
  • Morte intrauterina o gravissimi danni genetici (eccesso di alcool in alcuni soggetti predisposti nelle primissime settimane di gravidanza)

Come si evince, si tratta di deficit e malformazioni estremamente gravi che possono essere del tutto prevenuti semplicemente astenendosi dal consumo di bevande alcoliche sia in fase preconcezionale (ovvero quando si sta programmando una gravidanza), che durante la gestazione in particolare nei primi tre mesi, quelli in cui l’embrione inizia la sua organogenesi ed è ancora molto vulnerabile alle sostanze tossiche che arrivano nel suo sangue attraverso quello materno.

Le donne, per la loro anatomia e il fatto che a parità di peso hanno meno acqua nel corpo, assimilano e smaltiscono l’alcool con più lentezza, e pertanto gli effetti sono più accentuati che negli uomini. Per questa ragione la dose di alcool concessa per evitare rischi in generale è la metà per una donna rispetto a quella concessa all’uomo (ad esempio un bicchiere di vino al giorno contro i 2 per l’uomo).

In gravidanza, poi, tutto ciò che arriva al sangue materno per forza di cose raggiunge anche il feto, ma il suo corpicno in formazione non è certo in grado di metabolizzare l’alcool, che quindi può produrre i suoi effetti tossici. Non tutte le donne sono ugualmente vulnerabili agli effetti dell’alcool, ma la sindrome-alcolico-fetale è stata spesso sottostimata e sottovalutata, e spesso i medici tessi non hanno “battuto” a sufficienza sull’importanza per la madre di astenersi del tutto dall’alcool.

Dopo il terzo mese di gravidanza è concesso un massimo di 1-2 unità di alcool alla settimana (un bicchiere di vino in tutto), ma sarebbe meglio evitare anche questo in presenza di fattori aggravanti degli effetti dell’alcool come l’esposizione al fumo di sigaretta (anche passivo), e particolare suscettibilità all’alcool o insufficienza epatica anche lieve. Veniamo ai sintomi post nascita nei bambini affetti da sindrome alcolico-fetale:

  • Dismorfie facciali: rughe agli angoli degli occhi, occhi stretti, strabismo, naso piatto e corto, solco naso-labiale appiattito e labbro superiore sottile e più rosso del normale, fronte appiattita e incompleto sviluppo dell’osso mascellare e mandibolare
  • Microcefalia
  • Ritardo nella crescita
  • Malformazioni cardiache
  • Disturbi oculari
  • Deficit intellettivi
  • Deficit auditivi

Il consiglio è quindi quello di astenersi dal consumo dei bevande alcoliche in gravidanza e allattamento, ne va della salute propria e soprattutto del bambino che si porta in grembo.

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Foto| via Pinterest

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