Salute e benessere
Le cause dell’aborto ritenuto e le cure da seguire
L’aborto ritenuto o aborto spontaneo si presenta con la morte intrauterine dell’embrione, senza che vi sia un’espulsione dello stesso.
L’aborto ritenuto, altra definizione che viene data all’aborto interno, si manifesta con la morte intrauterina dell’embrione, senza che vi sia una successiva espulsione. L’aborto ritenuto si presenta con sintomi come la mancata crescita dell’utero, la mancanza del battito cardiaco fetale, ma si diagnostica anche con il test delle Beta-hcg, su siero o urine.
La diagnosi dell’aborto ritenuto avviene in questi due modi, con ecografia ed esami che indicano che la gravidanza non sta procedendo come dovrebbe. La mamma può non notare nulla di strano, soprattutto se l’aborto avviene nelle prime 12 settimane di gestazione, mentre in seguito potrebbe notare l’assenza di movimento del bambino e, nel secondo trimestre, anche la omparsa della montata lattea.
Le cause dell’aborto ritenuto possono essere diverse: la mamma potrebbe soffrire di ipertensione pregravidica o gravidica, di malattie del connettivo, di trombofilia, di diabete mellito. Altre cause possono essere ritrovate in infezioni, malattia emolitica del feto, problemi con il cordone ombelicale o a carico della placenta, ma anche la presenza di malformazioni o sindromi genetiche.
Come si interviene in caso di aborto ritenuto o aborto interno? Se l’evento si manifesta nelle prime 12 settimane di gravidanza, il ginecologo può consigliare l’aspirazione e lo svuotamento della cavità uterina.
Diversa la situazione se la gravidanza ha superato il primo trimestre: si potrebbe procedere con l’utilizzo di ovuli vaginali con prostaglandine per poter stimolare l’espulsione del materiale embrionale, che in caso di aborto ritenuto non è avvenuto. Talvolta si procede con l’induzione del parto.
Foto | da Flickr di maigh
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