Cronaca
Negoziare con i figli, l’arte del compromesso è educativa?
Educare un bambino è davvero un compito complesso. Come si può risolvere? Cercando il compromesso? La negoziazione è uno strumento da valutare con attenzione.
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Quante volte avete negoziato con i vostri figli? Lo facciamo tutti e a volte non ce ne rendiamo nemmeno conto. È educativo? La risposta più istintiva che vi possono dare è la seguente: dipende. Ci sono dei temi, come il cibo, in cui negoziare è importante. Arrivare a un punto d’incontro, senza essere troppo rigidi, può fare del bene a tutta la famiglia. Per esempio, se abbiamo davanti un bimbo inappetente e che si relaziona male con la tavola, cucinargli anche solo quell’unica cosa che mangia volentieri non è sbagliato.
A quel piatto (per esempio il prosciutto cotto), non dimenticategli di proporgli sempre anche dell’altro. Un po’ alla volta diventerà grande e si aprirà anche alle novità. Dovete quindi valutare caso per caso se negoziare è la scelta più intelligente e quella con cui sarete in grado di ottenere di più. L’educazione spesso deve essere impostata anche in base al carattere del bambino.
Non è sempre la strada migliore. Ci sono dei no che devono essere no. Per esempio, non mettere le dita nelle prese. È una fase che passano tutti i bambini ed è pericoloso. A parte i copri-presa diffusi in tutta la casa, è importante insegnare al bambino a non toccare le prese. Accettare che ci giochi perché sono coperte non è sicuro. Stop! I no devono essere pochi, ma quelli che decidete devono essere fermi. Quindi valutate con attenzione…
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