Crescita
Disprassia infantile, perché i bambini sono goffi
La disprassia è un disturbo psicomotorio che insorge nell’età dello sviluppo. Vediamo come si manifesta e perché
La disprassia infantile è un disturbo della coordinazione psicomotoria di origine evolutiva che colpisce circa il 5% dei bambini in età scolare e che si manifesta con caratteristiche peculiari come una grande goffaggine nel movimenti.
I bimbi disprassici appaiono lenti nello svolgere azioni normali, sono imbranati in modo patologico, cadono, sbattono, non riescono ad afferrare gli oggetti o ad allacciarsi le scarpe, tanto che nel 2-3% dei casi il loro disturbo, che non ha nulla a che vedere con la loro intelligenza (del tutto normale), diventa davvero invalidante e può fortemente ledere la loro autostima. In alcuni casi la disprassia può rendere difficoltoso anche imparare a scrivere, e associarsi ad altri Disturbi dell’Apprendimento come la disgrafia.
E’ molto importate giungere quanto prima alla diagnosi di disprassia per aiutare questi bambini, con esercizi mirati, a superare la propria goffaggine. Essi devono trovare un proprio modo per coordinarsi e svolgere normali compiti pratici quotidiani, e pertanto potersi integrare con i compagni nelle attività normali come fare sport, orientarsi nello spazio (il senso dell’orientamento in questi bimbi è quasi inesistente, pertanto si perdono subito), scrivere in modo corretto.
I bimbi disprassici sono lenti ad imparare a scrivere perché per loro riconoscere le letterine dell’alfabeto è molto più complicato, perciò concentrarsi anche sul senso delle parole diventa impossibile o molto difficile. Insomma, la goffaggine coinvolge tutti gli aspetti della vita di questi bimbi, e pertanto essi possono apparire più “stupidi” degli altri nonostante, come abbiamo detto, la loro intelligenza sia del normale.
La disprassia non è riconosciuta dal Miur come un Disturbo specifico dell’Apprendimento, pertanto non prevede a scuola un sostegno particolare, tuttavia questo può rendersi necessario se il problema si associa a disgrafia o disortografia.
Detto questo, il bimbo disprassico, ovvero affetto da disturbo della coordinazione psicomotoria di origine evolutiva (un problema neurologico dalle cause sconosciute), può e deve essere seguito da uno specialista e soprattutto aiutato a superare i propri limiti attraverso strumenti e percorsi didattici alternativi con la collaborazione tra insegnanti e genitori.
Questi bimbi hanno soprattutto bisogno di comprensione e sostegno, perché sono i primi a sentirsi mortificati per la propria goffaggine, quindi ci vuole con loro tanta pazienza. Disegni, giochi ad hoc, tablet con esercizi specifici e naturalmente ginnastica correttiva per la coordinazione (con l’ausilio, ad esempio, della gym ball per l’equilibrio), sono altrettanti strumenti che con il tempo aiutano i bimbi disprassici a superare le proprie difficoltà motorie. Da adulti saranno magari un pochino più goffi degli altri, ma questo non impedirà loro di fare una vita del tutto normale e di svolgere sport e ogni tipo di attività che vogliano praticare.
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Foto| via Pinterest