Educazione
L’integrazione in classe dei bimbi stranieri
Le classi multietniche sono ormai una realtà delle nostre scuole, e rappresentano una grande opportunità di integrazione per i bimbi stranieri che nascono o arrivano in Italia. Vediamo come ciò avviene
Le nuove linee guida ministeriali in tema di integrazione dei bambini stranieri nelle scuole italiane, che risalgono al febbraio 2014, propongono alcune importanti novità soprattutto relative all’impegno per cercare di evitare la “ghettizzazione” dei bimbi extracomunitari in alcune classi, e all’importanza attribuita all’insegnamento della lingua italiana come seconda lingua attraverso specifici moduli intensivi.
I minori stranieri che arrivano in Italia, anche se irregolari, hanno tutti diritto a ricevere un’adeguata istruzione presso le strutture scolastiche pubbliche italiane, ma affinché questo percorso formativo sia davvero di qualità occorre mobilitare non solo gli insegnanti, che dovranno attenersi a specifici protocolli didattici, ma anche le famiglie.
Ad esempio, tra le nuove linee guida del Miur viene espresso in modo chiaro l’intento di evitare la concentrazione di bambini extracomunitari in una sola classe, pertanto è necessario promuovere una “sana” multietnicità creando una sinergia tra diversi istituti, e famiglie sia straniere che italiane, le quali dovranno essere interpellate e coinvolte attivamente in modo che comprendano l’importanza dell’integrazione e ancor di più l’opportunità costituita dal fatto di avere in classe bambini che provengono da mondi diversi e sono portatori di altre culture.
Per tale ragione i bimbi extracomunitari andranno “spalmati” tra le diverse scuole e in modo omogeneo, cosa che dovrebbe facilitare anche il compito degli insegnanti. Per quanto riguarda l’insegnamento della lingua italiana L2 (come seconda lingua dopo quella madre dei bimbi) a tutti i minori stranieri che non conoscono il nostro idioma, si procederà inserendoli in classe con italiani (onde favorire una naturale comunicazione), ma le lezioni in comune andranno integrate con una preparazione più specifica, attraverso moduli linguistici intensivi a parte.
Nello specifico, sono previste 2 ore al giorno di italiano suppletivo per un periodo di almeno 3-4 mesi, finché il bambino o il ragazzo non si saranno impratichiti a sufficienza. Per le seconde generazioni, ovvero i bambini stranieri nati in Italia che conoscono già la lingua ma che ancora non sono cittadini italiani (ma vale anche per tutti gli altri “neoarrivati”), poi, nel percorso formativo vien inserito lo studio della nostra Costituzione, cruciale in vista, appunto, della richiesta di cittadinanza. Ecco il documento completo del Miur con tutte le nuove linee guida volute dalla ministra Giannini.
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Foto| via Pinterest