Educazione
Genitori amici dei figli, cosa si rischia con questa scelta educativa?
Le mamme e i papà di oggi sono molto meno severi e rigidi dei genitori di un tempo, e preferiscono diventare amici dei loro figli, ma questo modello educativo si rivela davvero positivo?
Un tempo i genitori erano figure severe, talvolta poco espansive con i propri figli, soprattutto se pensiamo ai papà di una volta, il cui compito era quello di educare la prole fornendo loro rigide regole e precetti di comportamento a cui attenersi. Certo, non mancavano le eccezioni, ma in linea di massima era molto difficile che mamme e papà si rivolgessero ai propri bambini come se fossero dei “loro pari”.
Quando questo modello educativo ha finalmente mostrato tutti i suoi limiti e le nuova pedagogia si è imposta, allora anche per i genitori è finalmente arrivato il felice giorno in cui hanno potuto godersi appieno i propri figli, coccolandoli e inondandoli di affetto e attenzioni.
Ma soprattutto, le mamme e i papà moderni tendono a comportarsi in modo molto rilassato con la prole, seguendoli in tutto e diventando i loro migliori amici (o tentando di esserlo). Ma se il precedente modello educativo rigido e “giudicante” si era dimostrato inadeguato e aveva finito per creare generazioni di individui con grosse difficoltà nell’esprimere i propri sentimenti e ad aprirsi agli altri, vittime di schemi e convezioni sociali, adesso si rischia l’opposto.
Si rischia di veder crescere ragazzi privi di regole di riferimento chiare e univoche a cui attenersi, anarchici, che seguono solo i loro impulsi e i desideri del momento, deboli e spaventati di fronte alle prove della vita, umorali e mutevoli, sognatori e poco concreti.
Un genitore amico rischia di abdicare al proprio ruolo di guida smettendo di diventare un punto di riferimento solido, rischia di perdere autorevolezza agli occhi dei suoi figli, presso i quali cerca lo stesso conforto e la stessa sicurezza che, invece, dovrebbe essere in grado di garantire.
Genitori deboli che cercano conferme ne figli? Accade anche questo. In realtà per evitare gli eccessi di entrambi i modelli educativi succitati basta trovare la giusta via di mezzo, un buon compromesso tra severità e capacità empatica, tra autorevolezza e affettuosità e comprensione. Il genitore perfetto non esiste, anche per amore si sbaglia sempre.
Ma conta essere per i propri figli una “casa nella roccia” con profonde fondamenta, e al contempo fornire una guida sicura che aiuti loro a trovare le risposte ai quesiti più importanti della vita. Il genitore maturo è l’albero a cui il bambino si può aggrappare fino a diventare abbastanza grande da stare in piedi da solo.
Amici dei figli, allora sì, purché al momento giusto si sappia diventare anche “antipatici”, persino “cattivi”, si sappiano dare ai propri figli quei confini e quei limiti che li faranno diventare adulti consapevoli, forti, con senso civico radicato e capacità di fare scelte consapevoli e di amare in modo completo.
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Foto| via Pinterest