Educazione
Con 9 ore dedicate ai compiti a casa, i ragazzi italiani i più torchiati d’Europa
Altro che pigri, gli studenti delle scuole superiori italiane sono i più diligenti d’Europa, almeno per quanto riguarda le ore trascorse sui libri a fare i compiti: ben 9 alla settimana!
Con 9 ore settimanali trascorse chini sui libri a fare i compiti, gli studenti di scuola superiore italiana meritano il non ambito primato di più vessati d’Europa (e, quasi, del mondo). Una media elevatissima che praticamente doppia quella registrata in Paesi come la Finlandia e la Corea (3 ore alla settimana di compiti a casa a testa), ma che poi non si traduce esattamente in risultati scolastici brillantissimi, anche se lo studio casalingo migliora comunque le performance.
Stando ai dati OCSE del 2012 sui liceali 15enni di mezzo mondo (38 nazioni in tutto quelle considerate), quelli italiani sono dunque tra i più diligenti, o meglio, quelli a cui è richiesto dagli insegnanti un maggior impegno post scolastico, superati sono dai cinesi (gli studenti di Shanghai spendono 17 ore settimanali sui compiti a casa), che, però brillano più dei nostri soprattutto in materie come la matematica.
Il sistema scolastico italiano, quindi, appare un pochino sbilanciato, soprattutto se consideriamo il fatto che lo studio casalingo è poco democratico. Sono avvantaggiati quei ragazzi che possono contare sull’aiuto dei genitori o dei fratelli più grandi, e che vivono in ambienti in cui la cultura e la preparazione scolastica sono considerate prioritarie.
Prendiamo il caso davvero emblematico della Finlandia, il Paese europeo dove i ragazzi studiano meno in casa e di più in orario scolastico. Il loro rendimento è tra i migliori del mondo, mentre in Italia i nostri studenti non brillano, a fronte di un notevole impegno profuso nello studio casalingo e al lavoro, spesso davvero ottimo, degli insegnanti. Un paradosso?
No, è solo lo specchio di un sistema scolastico ormai obsoleto, in declino. Infatti le ore di studio a casa devono essere fruttuose, gli esercizi mirati a migliorare il profitto generale degli alunni, ma non “vessative”, secondo l’OCSE 4 ore di compiti settimanali sono più che sufficienti se si è svolto un buon lavoro in classe.
Invece accade troppo spesso che i compiti a casa sono caricati di connotazioni negative, percepiti sia dai ragazzi che dai genitori come una sorta di abuso, o, al meglio, come un pesante obbligo da ottemperare che, però, non sempre si traduce in effettivo apprendimento.
I ragazzi italiani, soprattutto quelli delle superiori che abitano in are urbane o che frequentano istituti privati studiano molto a casa, o meglio, passano tante ore sui libri, anche a scapito di altre salutari attività extrascolastiche formative per gli adolescenti, e questo non contribuisce alla loro preparazione generale, ovvero non apporta quel quid in più che si potrebbe immaginare.
Logicamente non si può fare di tutta l’erba un fascio, ci sono compiti e compiti, alcuni necessari, altri davvero superflui. E’ cruciale, secondo l’OCSE, che in ambito scolastico si rilevino le disparità tra gli studenti e si cerchi di fornire a quelli più svantaggiati per ragioni familiari ed economiche, più supporti e aiuti. Altrimenti anche i compiti a casa possono finire per accentuare un divario sociale già purtroppo presente.
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Foto| via Pinterest
Via | Corriere.it