Cronaca
Mamme da legare: Insegnare ai bambini il rispetto verso gli animali
Quello tra i bambini e gli animali è un rapporto sempre sul filo del rasoio: riesce a oscillare dalla folle passione all’aggressività (non necessariamente da parte dell’animale).
Chi di voi legge Petsblog, sa che una mia analisi è di parte: nata in una famiglia di gattare, con una nonna che vigilava costantemente sulla tranquillità dei gatti riprendendo noi bambini quando “osavamo” avvicinarci troppo, sono cresciuta convinta che i piccoli felini fossero entità divine capitate per caso sul nostro pianeta. Quando arrivava qualche cucciolata, mi era consentito solo osservare a debita distanza, e sospiravo guardando quei batuffoli, sognando di prenderli in braccio. Ma gli ordini erano chiari: non disturbare i gatti.
Vedere altri bambini con un cucciolo in braccio mi provocava sempre enorme stupore: dunque, a qualcuno era permesso! Beh, non a me: la colonia prima di tutto. Non avendo avuto, fino a 8, 9 anni, gatti in casa, cercavo di instaurare un minimo di rapporto col cane dei nonni: figuriamoci! Praticamente nato già vecchio e asociale, il cane non ne voleva sapere. E, naturalmente, non potevo insistere, perché mia nonna non abbassava mai la guardia. Gli animali andavano lasciati in pace, e si poteva toccarli solo se erano loro a chiederlo. Il che non avveniva mai. E io sospiravo.
Questa mia frustrazione, però, non ha fatto di me una killer seriale, ma una gattara seriale. Con gli anni avremmo incominciato ad accogliere animali anche in casa, e non ho avuto difficoltà a capire che ognuno ha i suoi spazi. Insomma: non lascereste mai che vostro figlio, al ristorante, si allontani e prenda posto vicino a una persona che sta pranzando, toccando il suo piatto e accarezzandogli la testa. Perché dovremmo permettergli di farlo con un gatto? Il rispetto degli spazi altrui può passare anche attraverso il rispetto degli spazi di un animale. Far capire a un bambino che non può disporre a proprio piacimento dell’esistenza di un altro essere vivente, lo faciliterà nel rapportarsi con gli altri esseri umani.
Mi dà sempre i brividi vedere su internet video di bambini che vestono gli animali con gli abiti delle bambole o che dormono col gatto nella culla. Scusate, ma non penso che il gatto lo faccia per affetto: i neonati sono caldi, le culle sono morbide. Il bambino, a un certo punto, afferrerà quello che gli sembra solo un altro pupazzo, e il pupazzo lo graffierà. Risultato: il pupazzo è cattivo e aggressivo, non può più stare in casa col bimbo, è pericoloso. Un’altra volta, ho visto un video di un gatto che, stando ai commenti degli utenti, accarezzava il bambino in piena crisi di pianto. Ehm, quelle non erano carezze, cari genitori lì con lo smartphone a riprendere… Il gatto non aggredisce mai senza dare segnali, e quelli lo erano. Il fatto che non tirasse fuori gli artigli non fa di quei buffetti delle carezze. Posate il telefono, mentre vostro figlio è così vicino a un animale, e tirate fuori il cervello. Se il gatto agita la coda se il bambino gli sta troppo addosso, non è mai un buon segnale.
Evitiamo che un’occasione preziosa come quella di far crescere vostro figlio con un animale diventi pericolosa per l’incolumità del bambino che, da solo, non potrà capire che dal rispetto nasce rispetto. Anche quando si ha a che fare con un gatto o un cane. Il rispetto verso le esigenze e i diritti di un animale va sempre di pari passo con quello verso gli uomini. Sono convinta che chi fa male a un animale, ritenendolo un oggetto di cui poter disporre, sia potenzialmente pericoloso verso i suoi simili. Ci riempiamo di serie TV e film statunitensi, ma dimentichiamo sempre il punto in cui, il serial killer, viene identificato grazie ai suoi “episodi di violenza su animali” durante l’infanzia…
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