Salute e benessere
Allattamento e vaccino antinfluenzale, i pro e i contro
Durante l’allattamento è consigliabile che la neomamma si sottoponga al vaccino antinfluenzale? Scopriamo cosa ne pensano i pediatri
Con l’arrivo dell’autunno è tempo di pensare anche a vaccinarsi contro le influenze stagionali in arrivo. Tra le categorie a cui questa immunizzazione è particolarmente consigliata, ci sono le donne in gravidanza, in particolare durante il secondo e il terzo trimestre, per le quali il vaccino gratuito.
La protezione contro il virus influenzale è altresì indicata che in fase di allattamento, perché evitare che la neomamma si ammali protegge da rischio anche il suo bebè, considerando che soprattutto nei primi mesi di vita un’infezione, anche “banale” come l’influenza, potrebbe creare qualche complicazione.
Il problema, infatti, è che attraverso il latte materno si diffondono anche i germi influenzali, pertanto possono arrivare tranquillamente al bambino con le poppate, oltreché con il contagio classico attraverso le goccioline di saliva (trasmissione per via aerea).
Peraltro sappiamo che il vaccino non interferisce con la produzione del latte, non lo altera, non crea nessuna conseguenza nel bambino ed è ben tollerato dalla neomamma, pertanto questa pratica preventiva, sebbene non certo obbligatoria ma del tutto facoltativa, è senza dubbio da prendersi in considerazione quando si partorisca (e si cominci ad allattare), proprio nella fase clou del contagio influenzale, che si estende dal periodo natalizio fino ai primi del mese di marzo.
Considerate, però, che l’immunizzazione effettuata nel terzo trimestre di gravidanza “copre” la madre fino ai primi mesi del bambino, e anzi forse rappresenta la soluzione ideale. Quando effettuare la vaccinazione antinfluenzale? Il periodo migliore è quello che va da ottobre ai primi di dicembre, ma si può effettuare tranquillamente anche dopo, considerando che l’effetto immunizzante si “attiva” dopo circa 10 giorni dall’iniezione. La protezione dal ceppo virale stagionale è di almeno sei mesi.
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