Alimentazione per bambini
I prodotti del commercio equo solidale per i nostri bimbi
Ho avuto la fortuna di lavorare come volontaria nella bottega del commercio equo solidale della mia città.
Sì, perché generalmente le persone che trovate dietro ai banconi di questo tipo di negozi non percepiscono alcuno stipendio, nel pieno spirito del progetto, e fanno parte di cooperative o associazioni che gestiscono il negozio: il commercio equo si basa su alcune regole che garantiscono un adeguato compenso per i piccoli produttori, condizioni di lavoro dignitose e, quel che più interessa a noi di bebeblog, l’esclusione totale di lavoro minorile. Non si deve però pensare solo a tisane e manufatti che vengono da posti lontani: spesso, tra i partner del commercio equo, troviamo anche splendide realtà nostrane come i prodotti di Libera.
Tornando alla base prettamente volontaria sulla quale si basa la vendita dei prodotti di questo circuito, devo dire che io ero la mia prima cliente: sceglievo dagli scaffali, pagavo, mi facevo lo scontrino e consumavo di tutto. C’erano prodotti irresistibili che ancora oggi mi accompagnano, e che ho iniziato a usare con mia figlia. Innanzitutto, prodotti alimentari: il riso che trovate nelle botteghe dà realmente assuefazione. Dal basmati al thai, non c’è tipo che la pargoletta non apprezzi: coi legumi, col pomodoro, in bianco, in piccoli sformati.
Ma l’articolo principe è lo zucchero di canna: quello raffinato per il mio stomaco è letteralmente veleno e, così, quando preparo un dolce per tutta la famiglia uso sempre quello del commercio equo. Se ne trovano di diversi tipi, a seconda dell’uso che ne dovete fare, se per dolci o per zuccherare bevande. Per il cioccolato dovrei scrivere un post a parte, ma per una bimba di 18 mesi è ancora presto: posso solo consigliarlo alle mamme, dopo una giornata faticosa trascorsa con la prole…
Sono poi disponibili giocattoli meravigliosi, dal sapore un po’ antico: giochi da appendere sulla culla, in legno o stoffa, giochi per sviluppare la manualità dei bambini e per accenderne la fantasia. Sono bellissimi e colorati, in materiali naturali. Se poi doveste decidere di battezzare o di fare la Prima Comunione ai vostri figli, date un’occhiata alle bomboniere: ce ne sono per tutte le tasche, molto originali e, naturalmente, tutte fatte in modo artigianale. Accompagnatele con i confetti con mandorle di Palestina e zucchero di canna; una volta, entrarono nella bottega una signora e la figlia, che cercava le bomboniere per il suo matrimonio. Arrivate al momento della scelta dei confetti, le feci vedere quelli palestinesi: “Signorina, ma sono giallognoli'” “Sì, signora, è per lo zucchero di canna. Mi dia retta, li assaggi”. La signora lo fece, più per farmi contenta che per altro, poi mi guardò e disse: “Mio Dio, posso ordinarne anche una scatola per me?”.
Un altro tipo di prodotto che potrebbe sfuggirvi, a un primo sguardo, sono i detersivi: alla spina o imbottigliati, sono fatti con materie prime del commercio equo e sono biodegradabili in altissime percentuali: potrete quindi usarli per fare il bucato del piccolo o per pulire casa con lui presente. Esistono anche linee per l’igiene personale del bambino: sono prodotti naturalmente a base di ingredienti del commercio equo e, in più, hanno la certificazione bio. Alcuni clienti della bottega, ogni tanto, si lamentavano dei prezzi leggermente più alti rispetto a quelli dei prodotti della grande distribuzione: premesso che quando una bottega chiude in pareggio è grasso che cola, ricordate che il nostro risparmio, spesso, viene dalla fame di contadini, produttori e artigiani pagati realmente una miseria, che lavorano in condizioni che a noi, persino in questi tempi bui, risulterebbero insostenibili. I prodotti equo solidali non li paghiamo di più: li paghiamo il giusto. Un pacco di zucchero pagato qualche centesimo in più per noi non fa la differenza, per qualcun altro sì. Cerchiamo quindi di risparmiare su cose inutili, senza renderci complici di ingiustizie (se non veri e propri crimini) con la scusa della “crisi”. E se trovate una commessa in bottega che conta sulle dita il resto da darvi, non vi innervosite: non è il suo mestiere, ma lo fa con passione.
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