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Crescita

Dice sempre no? Forse ha il Disturbo oppositivo provocatorio

Il Disturbo oppositivo provocatorio (DOP) fa parte dei Disturbi specifici della Condotta e si manifesta in età infantile e adolescenziale. Vediamo come si manifesta per riconoscerlo

Ogni bambini piccolo attraversa la fase dei “no”, che rappresenta una tappa della sua crescita importante, poiché attraverso il rifiuto o la negazione, il piccolo esprime la sua personalità e si identifica come individuo “staccato” dagli altri, con una volontà propria.

Detto questo, quando, in fase più avanzata, ovvero già in età scolare, il bambino si dimostra costantemente ostile, disubbidiente, rifiuta qualunque consiglio, si oppone “a prescindere” anche a partecipare alle normali attività scolastiche o ludiche se suggerite da un adulto o da una figura autorevole, allora a monte potrebbe esserci un problema più serio.

Il “Disturbo oppositivo Provocatorio” (DOP) fa parte dei cosiddetti Disturbi della Condotta, o del Comportamento, che si manifesta con precise caratteristiche che possono mettere in allarme genitori e insegnanti. I criteri che servono agli specialisti per diagnosticare il disturbo nel bambino o nell’adolescente sono sette:

  • Perdita del controllo
  • Litigi con gli adulti
  • Opposizione e rifiuto ad aderire a richieste da parte di adulti
  • Messa in atto di azioni volte a recar fastidio agli altri
  • Tendenza ad incolpare gli altri dei propri errori
  • Costanti manifestazioni di insofferenza o fastidio nei confronti degli altri (coetanei o adulti)
  • Accessi di rabbia
  • Dispetti e piccole vendette

Un bambino che per oltre sei mesi metta in atto una serie di comportamenti così sgradevoli in modo ricorrente, come sintomi di disagio e rabbia interiori, probabilmente soffre del Disturbo Oppositivo Provocatorio. Associati al disturbo ci sono spesso anche labilità dell’umore, scarsa autostima, incapacità di gestione dello stress, tendenza a comportamenti violenti, spesso emulativi, e uso di sostanze proibite come alcool, droghe e sigarette che non fanno che accentuare il suo problema.

In genere i bambini con il Disturbo oppositivo Provocatorio sono già bambini a rischio, perché provengono da ambienti disagiati e vengono cresciuti in condizioni di degrado morale, esposti ad esempi del tutto negativi. Il disturbo in genere si manifesta in modo conclamato tra i 6-8 anni e i primi dell’adolescenza, e tende, purtroppo, ad aggravarsi con la crescita e ad associarsi con Disturbi psicotici e della Personalità.

E’ chiaro che questo problema non può essere risolto solo con la buona volontà dei genitori o degli insegnanti. Il bambino dovrebbe essere seguito da un bravo psicoterapeuta e possibilmente allontanato da ambienti malsani, per poter cominciare un percorso si riabilitazione volto a modificare i comportamenti negativistici che spesso nascono da una profonda sfiducia nei confronti degli adulti.

Tali modalità comportamentali negative devono perciò essere sostitute da modelli positivi. Attenzione, però a non confondere atteggiamenti “ribelli” che sono tipici dell’età adolescenziale, con questo Disturbo, un ragazzino in piena tempesta ormonale,che stia cercando il proprio posto nel mondo, potrà essere senza dubbio indisponente, ma mai anaffettivo o crudele, caratteristiche tipiche dei Disturbi della Condotta.

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Foto| via Pinterest

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