Crescita
Bambini plusdotati: chi sono e come coltivare il loro talento
I bambini plusdotati hanno un quoziente intellettivo superiore alla media e talenti eccezionali che devono essere valorizzati. Attenzione, però, a non scordarsi che i piccoli geni sono prima di tutto dei bambini molto sensibili
Sono circa 400mila i bambini plusdotati in Italia, piccoli “genietti” che a scuola brillano ma che possono nascondere profondi disagi interiori. A parlare di loro, soprattutto nell’ottica di valorizzare i loro precoci talenti ma senza penalizzare aspetti fondamentali come la socialità e il gioco, sono stati gli esperti riuniti in un seminario organizzato a Roma in questo mese di ottobre e intitolato: “Bambini plusdotati. Una risorsa non un problema”.
Tra i soggetti promotori dell’evento anche l’Istituto di Ortofonologia (IdO), che proprio per stimolare e seguire al meglio questi bimbi “speciali” ha creato un vero e proprio laboratorio per bambini plusdotati in collaborazione con l’Università di Pavia, un vero aiuto per le famiglie alle prese con figli dal “multiforme ingegno”.
Perché i bambini con IQ superiore alla media, con talenti eccezionali, sensibili, profondi, maturi, sono però, pur sempre bambini, che devono convivere con delle aspettative e delle ambizioni pesanti da gestire. Sovente a scuola, a dispetto degli ottimi risultati che conseguono con poco sforzo, non riescono a integrarsi, si annoiano, sono soggetti ad episodi di insofferenza, di frustrazione.
La maggior parte degli istituti scolastici, infatti, non è attrezzato per supportare nel modo migliore i bambini super dotati intellettualmente, e questo finisce, fatalmente, per penalizzare questi alunni, non offrendo loro spazi e stimoli adeguati alle loro potenzialità.
Allo stesso tempo, accade che i bambini plusdotati, non riescono a trovare il giusto equilibrio tra le normali esigenze della loro età infantile e quella maturità mentale e psicologica che in qualche modo viene a loro attribuita e persino “pretesa”. Questo può favorire lo sviluppo di disagio e sofferenza interiore, renderli più fragili e bisognosi di accudimento degli altri.
I minori plusdotati sono delle Ferrari in un corpo da cinquecento hanno una grande testa e una sensibilità spiccata per le tematiche sociali, vivono i problemi del mondo in modo intenso, ma sono imprigionati in un corpo di un bambino che, come tale, necessita di giocare. E il non riconoscimento può creare un percorso disfunzionale. Rispetto ai loro coetanei i soggetti plusdotati sono più avanti del 30% in molte aree già prima della scolarizzazione, tranne che per lo sviluppo motorio. Inoltre il 20% di questi minori brillanti però è affetto da “perfezionismo cattivo” o disfunzionale, ovvero vive in una ricerca esasperata della perfezione che porta con sé insoddisfazione, frustrazione e stress
Spiega la psicologa Maria Assunta Zanetti, Direttrice di LabTalento (Laboratorio Italiano di Ricerca e Sviluppo del Potenziale, Talento e Plusdotazione). Qual è, dunque, la migliore strategia educativa per valorizzare i talenti dei bambini plusdotati e garantire loro una crescita serena ed equilibrata?
Mettere in atto misure educative in ambito scolastico ed extrascolastico fornendo alle famiglie strumenti di supporto. I bambini plusdotati sono isolati perché non hanno pari, ed è decisivo il ruolo dell’insegnante, chiamato ad identificarli. Lavorando su modelli cooperativi si possono avere ricadute positive sulla classe
Suggerisce la dott.ssa Zanetti. Insomma, tanto intelligenti e tanto delicati i nostri piccoli geni, ricordiamoci che sono e rimangono prima di tutto, soprattutto, dei bambini che hanno bisogno di amore e supporto.
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Bambini plusdotati: chi sono i piccoli geni?
Pubblicato da Valentina81 il 26/09/2014
Molto spesso quando si citano i bambini plusdotati si pensa a dei ragazzini svegli o intelligenti. In realtà, non è solo questo. Questi bambini sono un universo molto più complesso: hanno talenti ben definiti già dai primi anni di vita, sono svegli ma tendono anche a isolarsi e a chiudersi in sé se non capiti adeguatamente. Il plusdotato è un piccolo curioso, molto attratto dalle novità ed estremamente attento al mondo che lo circonda.
Maria Assunta Zanetti, ricercatrice di psicologia dello sviluppo e dell’educazione dell’Università di Pavia e direttore scientifico del LabTalento, unico centro universitario in Italia a occuparsi di plusdotazione, intervistata dalla Fondazione Veronesi, ha spiegato:
I soggetti ad alto potenziale sono individui dotati di possibilità di sviluppo superiori alla media. Queste possono riferirsi ad ambiti molto diversi tra loro: scolastico, artistico, motorio e socio-emotivo. In pochi, però, le riconoscono. Così i bambini possono diventare ipersensibili, sviluppare difficoltà relazionali e, godendo di particolari ed elevate abilità cognitive, vivere uno sviluppo emotivo che non procede di pari passo con quello intellettivo.
Come comportarsi? È prima di tutto importante capire il loro talento e possibilmente coltivarlo, al fine di lasciare che si esprima nel migliore dei modi. Per gestire questa intelligenza è utile appoggiarsi ad onlus dedicate a questi piccoli, che mettono in rete genitori, educatori, pediatri, psicologi al fine di assistere nella crescere il bambino.
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