Educazione
Inserimento all’asilo nido e alla scuola materna: giorni di passione per le mamme
L’inserimento al nido e alla materna sono giorni di passione per le mamme e i papà assillati dall’ansia di dover andare o rientrare al lavoro.
Le scuole pubbliche ci piacciono. C’è più controllo, le mense sono ben organizzate e prevedono alimenti sani, i bambini entrano in contatto con compagni eterogenei, di ogni etnia e contesto sociale e culturale. Per questo cerchiamo di entrare nelle liste dei nidi comunali e delle materne statali.
Nella scuola pubblica troviamo la “normalità”. Purtroppo, però, gli educatori in quanto ad orari di uscita, entrata e permessi per far uscire il piccolo sono ferrei. E sono poco elastici nei confronti dei bisogni dei genitori anche per il periodo dell’inserimento all’asilo nido e alla scuola materna. In fondo, in quel momento, al centro del mondo ci sono solo i bambini…
Siamo preoccupati per il primo giorno di scuola (si sentirà ben accolto?, entrerà facilmente in relazione con i coetanei?) ma cerchiamo di trasmettere tranquillità e serenità per dargli sicurezza. Per i miei bambini l’inserimento (o ambientamento, come amano definirlo oggi) al nido è stato un periodo sereno. Ho dei bimbi socievoli e accoglienti con cui non ho avuto particolari problemi. In quel periodo ero più preoccupata degli impegni lavorativi da assolvere in orario che dei bimbi: non li ho visti preoccupati o spaesati neanche nelle prime ore di nido.
Il fatto è che i nuovi inserimenti sono tanti e le maestre devono organizzare le giornate come fanno loro più comodo. E i genitori che lavorano come fanno ad organizzarsi? In questi casi non ci sono permessi, ma si è costretti ad attingere alle ferie perchè sul posto di lavoro di mamme con figli piccoli ce ne sono parecchie (giustamente). E solo una piccola parte di genitori che lavorano in strutture pubbliche riesce a conciliarle con l’orario senza erodere le ferie.
Le maestre non sono flessibili in quanto ad orari, e dettano delle “regole”. Per il piccolo è importante che l’approccio con i compagni e l’ambiente circostante sia graduale perchè se troppo affrettato e senza l’iniziale presenza dei genitori può essere negativo: in seguito ci possono essere dei momenti di regressione. Nel caso il piccolo non cerchi troppo le figure di riferimento che ha in casa, è però arduo per mamma e papà vedere “perse” quelle ore in cui si poteva tranquillamente lavorare. Rimanere lì “per forza” può essere molto stressante.
I poveri genitori sono sempre con un’occhio alle lancette dell’orologio che sembra correre a più non posso, e il nervosismo sale. Sono solitamente due le settimane di settembre in si svolge l’ambientamento, e sembrano eterne. Un consiglio spassionato, per chi ha sofferto parecchio per sentirsi “obbligata” a fare questo o entrare e uscire in quell’orario preciso? Cercate di vivere il periodo pensando solo al vostro piccolo, considerate che i sacrifici sono per lui e i frutti arriveranno in seguito.
Via | Repubblica