Gravidanza
Le 5 erbe sconsigliate in gravidanza da non assumere
In gravidanza è sconsigliato assumere farmaci se non strettamente necessario, ma anche alcune erbe usate in cucina o come rimedi naturali possono essere dannose. Vediamo le 5 da evitare
Attenzione alle comuni erbe aromatiche usate in cucina e a quelle officinali giudicate innocue, perché in gravidanza potrebbero risultare dannose se assunte in grandi quantità.
Durante la dolce attesa in genere alle future mamme viene sconsigliato il ricorso, soprattutto senza previo consulto del medico, a farmaci come gli antinfiammatori da banco o alcuni antibiotici, perché possono superare la barriera placentare arrivare al feto, provocando malformazioni, ritardandone lo sviluppo o favorendo aborti spontanei e parto prematuro.
I rischi maggiori si corrono nei primi mesi di gestazione, quando nel feto si avvia l’organogenesi, ovvero la formazione degli organi interni, fase in cui è davvero molto vulnerabile. Tutte le sostanze che siano in minima misura tossiche in gravidanza vanno evitate, per quanto possibile, pertanto i ginecologi forniscono una lista anche dei cibi che le donne in attesa non dovrebbero consumare perché potenziali veicoli di parassiti e germi.
Poco si parla, invece, della tossicità di alcune erbe aromatiche e di alcune piante ad uso terapeutico che vengono tranquillamente assunte ma che, in dosi massicce, possono creare dei problemi. Ecco una lista delle prime 5 da evitare, o da usare con moderazione:
- Prezzemolo. Un tempo estratti di questa comunissima pianta aromatica usata in cucina praticamente in ogni ricetta venivano assunti dalle donne che non volevano portare avanti la loro gravidanza per procurarsi aborti, pertanto, è bene evitare di consumarne tanto, soprattutto sotto forma di infuso o centrifugato, perché stimola le contrazioni uterine
- Camomilla. Assunta in eccessive quantità stimola le contrazioni uterine
- Agnocasto. E’ una pianta curativa che fa bene alla circolazione venosa ma può stimolare la iper produzione di ormoni androgeni
- Ortica. Gli infusi e gli estratti agiscono da stimolo sulla muscolatura uterina
- Rosmarino. Stimola in modo eccessivo l’apparato digerente della mamma creando disagio anche al bambino
Occhio anche alla salvia: sempre in grandi dosi induce le contrazioni uterine tanto che in passato era usata per procurare aborti proprio come il prezzemolo. Naturalmente la pericolosità di queste erbe è direttamente proporzionale alla quantità: una spolverata di prezzemolo sugli spaghetti o due aghi di rosmarino sul pollo arrosto non costituiscono un rischio per la gravidanza, il pericolo aumenta se si assumono sotto forma di estratto secco o di infuso in dosi massicce.
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Foto| via Pinterest