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Il riflesso di Moro del neonato, quando si fa il test

Il riflesso di Moro è una reazione involontaria del neonato a stimoli esterni che lo spaventano. Vediamo come si manifesta e quando scompare

Appena nato, un bambino viene sottoposto a continui stimoli sensoriali che rappresentano sempre delle “novità” per lui. Suoni improvvisi, cambiamenti di temperatura, ambienti, colori, volti e situazioni diverse che per essere “affrontate” dal bebè necessitano di un minimo corredo di reazioni neurologiche primarie.

I riflessi neonatali, che si sviluppano già in fase embrionale, sono proprio una sorta di meccanismo primitivo, destinato ad essere sostituito da sistemi di “ricezione” e interpretazione degli stimoli più sofisticato, che serve al neonato per “sopravvivere” al mondo esterno così diverso e destabilizzante rispetto all’utero materno.

Queste reazioni neurologiche sono atti, movimenti involontari che si manifestano a seguito di specifiche stimolazioni esterne. Uno dei riflessi più importanti, che il pediatra valuta anche per capire se lo sviluppo neurologico del neonato procede in modo regolare, è il riflesso di Moro, anche detto di “abbraccio“.

Come anticipato si tratta di un gesto involontario che il bambino compie quando si spaventa o si sente in pericolo, ad esempio se viene cambiato bruscamente di posizione, se sente un rumore improvviso eccetera. Il piccolo sussulta e allarga istintivamente le braccia muovendo le dita delle manine e poi chiudendole in un pugno.

Questo riflesso neonatale in genere comincia a scomparire già dopo i primi 4 mesi di vita del bambino e in linea di massima entro i primi 12 mesi non si manifesta più in nessuno neonato. Il riflesso di abbraccio venne scoperto dal dottor Ernst Moro, e ha diverse interpretazioni.

Secondo alcuni neurologi si tratta del tentativo del bambino, del tutto inconscio, di afferrare qualcosa o qualcuno che lo possano proteggere dall’eventuale pericolo, secondo altri, invece, il riflesso di Moro serve a migliorare la funzione respiratoria del bambino.

In ogni caso si tratta di una reazione che, come abbiamo detto scompare prima del primo anno di età, ma la sua assenza o persistenza sono indici di una possibile sofferenza neurologica, pertanto il pediatra esegue un semplice test per valutare se il riflesso sia presente nel bebè. Per eseguirlo solleva il bambino sostenendolo dietro la schiena e poi rilasciandolo all’improvviso.

Questa sensazione di “vuoto” viene recepita come pericolo dal bambino e quindi induce il riflesso di Moro. Naturalmente anche le mamme e i papà possono effettuare il test ogni tanto così da accorgersi se sia ancora presente o meno nel loro piccolo.

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Foto| via Pinterest

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