Crescita
Come interpretare il pianto del neonato e riconoscere i suoi bisogni
I neonati piangono spesso e non sempre per i neo genitori è facile capire quale sia la ragione. Vediamo come interpretare nel modo giusto il pianto del bebè con i consigli dei pediatri
I neonati piangono spesso e volentieri, perché proprio il pianto rappresenta il mezzo espressivo più immediato ed efficace a loro disposizione per comunicare i propri bisogni ai genitori.
Il bebè piange quando ha fame, quando ha bisogno di essere cambiato, quando ha freddo o caldo, quando ha le colichette gassose, quando gli sputano i primi dentini e sente la gengiva gonfia a dolente, piange quando si sente solo e abbandonato, piange per capriccio, per rabbia o per la voglia di essere preso in braccio.
Come si fa ad interpretare correttamente tutti questi diversi “messaggi” lanciati dal proprio bimbo appena nato? Esistono differenze nel suo pianto che ci aiutino a decodificarlo e agire nel modo giusto per dargli sollievo?
Se è vero che ogni bambino è diverso, e che mamme e papà con la pratica riescono a comprendere il suo “linguaggio segreto”, tuttavia può essere utile, per i primi tempi, avere qualche “dritta” dai pediatri, che ci aiutano ad accelerare i tempi nell’imparare a cogliere le sfumature che differenziano un pianto per fame da uno, ad esempio, di paura percependo le variazioni di timbro e di intensità. Ecco qualche suggerimento che arriva direttamente dal sito dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma:
- Il pianto da fame. Comincia come un lamento, e poi via via si trasforma in un vero pianto-strillo ritmico ad alta intensità che si placa solo quando la mamma attacca al seno il bebè o gli offre il biberon
- Pianto da dolore. Questo pianto è inizialmente forte e di lunga durata, intenso, ma poi si spegne in una fase di silenzio alternata a singhiozzi e piccole inspirazioni
- Pianto da collera. In questo caso il pianto è simile a quello da fame ma ha una intensità inferiore e permane costante
- Pianto da colichette gassose. E’ caratteristico. Il bambino piange sempre negli stessi orari (di pomeriggio o di sera, in genere), e non smette di farlo neppure se preso in braccio. Il pianto è accompagnato da movimenti di bracci a e gambe in tutte le direzioni e inarcamento della schiena. Per aiutarlo a stare meglio in questo caso sono ottimi i massaggi sul pancino
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Fonte| Ospedalebambinogesù.it
Foto| via Pinterest