Cronaca
Utero in affitto, qual è il prezzo della maternità?
Utero in affitto, pro o contro? Quali sono i rischi e i problemi legati ad una pratica che sta facendo sempre più discutere il mondo?
Il desiderio di avere un bambino, si sa, diventa sempre più forte man mano che diventiamo adulte. A 20 anni gran parte di noi non si pone “il problema” di avere un bambino, a 30 cominciamo a pensarci, ed andando avanti questo pensiero si trasforma in un desiderio, che diventa man mano sempre più forte, sempre più “irrinunciabile”. Ma che fare se, per via dell’età, per via di malattie o semplicemente per colpa del destino, non dovessimo riuscire ad avere un bambino? Le coppie che fanno ricorso alla cosiddetta “mamma surrogata” sono davvero moltissime.
In Italia la situazione è ancora molto delicata, ma in altri Paesi è possibile fare ricorso al cosiddetto “utero in affitto”, termine che indica in realtà una donna che, generalmente per denaro, offre il proprio utero ad una coppia, porta in grembo il loro bambino, che sarà poi consegnato ai due nuovi genitori. Quello dell’utero in affitto è però un argomento che sta accendendo sempre più polemiche e dibattiti in tutto il mondo, specialmente dopo la triste vicenda che ha visto protagonista il piccolo Gammy, bimbo con la sindrome di Down nato da una mamma in affitto, e “non voluto” dai due genitori australiani.
Ma alla luce di questa vicenda, e di molte altre che non finiscono sui giornali, ma che accadono comunque ogni giorno, è giusto che una ragazza, generalmente spinta dal bisogno di denaro, “metta in affitto” il suo utero per partorire un bambino che, alla fine, non sarà il suo?
E d’altro canto, è giusto che una donna che desidera avere un bambino, ma non riesce ad averlo perché la natura ha deciso di ostacolare il suo sogno, debba rinunciare a realizzare il suo desiderio? Fino a che punto quella dell’utero in affitto può essere considerata una “pratica” giusta? E fino a che punto è invece considerata sbagliata?
Senza dubbio si tratta di una delle grandi questioni etiche del nostro mondo moderno, una questione che non metterà mai d’accordo tutti, come non mettono d’accordo altre questioni altrettanto importanti, come quella dell’aborto o dell’eutanasia, per fare qualche esempio lampante. Ognuno, a prescindere dall’orientamento politico, sessuale e religioso, avrà una sua idea al riguardo. E’ ciò che sta accadendo ad esempio in Francia, dove si moltiplicano le polemiche sull’argomento, polemiche che partono anche dalla Sinistra, che chiede che venga realizzata una legge che possa davvero tutelare i diritti delle madri biologiche e dei bambini portati da loro in grembo.
E mentre in Francia si discute sulla questione, in tanti altri Paesi, come la Cina ad esempio, si passa ai fatti, e proprio qui il mercato nero della maternità surrogata ha avuto un vero e proprio boom.
Utero in affitto, cosa ne pensiamo veramente?
Personalmente devo ammettere che, se un domani dovessi trovarmi nella condizione di non poter avere dei bambini, credo che cercherei di fare di tutto per riuscire ad adottare, in modo che, oltre al piacere di diventare mamma, possa essere felice del fatto che, con il mio gesto, avrò fatto del bene. Ma se ciò non dovesse essere possibile? Dal canto mio, non credo che farei ricorso all’utero in affitto, ma bisogna dire che per poter giudicare le decisioni dei tanti genitori che invece hanno fatto questa scelta, bisogna prima trovarsi a vivere determinate situazioni; dare un giudizio a priori, senza aver sperimentato sulla propria pelle certe sensazioni, penso non sia corretto.
D’altro canto, mi rendo conto anche del fatto che le donne che affittano il proprio utero – espressione che peraltro non condivido, seppur comprendo quanto sia effettivamente “giusta” – per dare alla luce un bambino dietro pagamento, nella maggior parte dei casi sono spinte dal bisogno di denaro, denaro che usano per vivere e sopravvivere, e non di certo per mantenersi lussi e divertimenti. Allo stesso tempo, non va dimenticato che queste stesse donne affrontano un percorso non semplice, mettendo a rischio la propria salute, sia fisica che psicologica, per riuscire ad ottenere quel denaro.
E se ad offrire l’utero non fosse una donna bisognosa di denaro e legata da un contratto, ma una persona “amica”, che non chiede nulla in cambio se non la gioia di regalare felicità a una coppia di aspiranti genitori? Certo, in quel caso le cose sarebbero molto diverse, oserei dire che potrebbe trattarsi della “soluzione ideale”, ma purtroppo temo che casi del genere siano oggettivamente piuttosto rari.
Alla luce di tutto ciò, è giusto quindi “far perno” sul bisogno di una persona, per poter realizzare il proprio sogno di avere un bambino? Le implicazioni etiche, psicologiche e morali che porta con sé la pratica dell’utero in affitto sono davvero molte, anzi .. troppe, e purtroppo dovrà passare ancora molto tempo prima che si giunga ad una legislazione che tenga conto delle implicazioni psicologiche dei genitori biologici, ed anche a quelle dei genitori che cresceranno il bambino.
Voi cosa ne pensate sulla questione?
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