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Gravidanza

Contraccezione dopo il parto: quale scegliere?

Qual è il metodo contraccettivo più indicato dopo il parto per evitare una seconda gravidanza ravvicinata? Ecco gli anticoncezionali consigliati dai ginecologi

L’argomento contraccezione post partum è molto sentito dalle neomamme, perché non tutte se la sentono di andare incontro ad una nuova gravidanza ravvicinata, ben sapendo che la fase del puerperio non è uguale per tutte.

In linea di massima se la donna ha avuto un parto vaginale naturale senza complicazioni, può riprendere i rapporti sessuali già dopo una ventina di giorni dalla nascita del bambino, mentre una settimana o 10 giorni in più potrebbero volerci in cado di cesareo o parto naturale con molti punti ed episiotomia.

Diciamo che dopo una mesetto dal parto più o meno tutte le neomamme, volendo, possono rispendere l’attività sessuale sempre con le dovute cautele. La fase dl puerperio, che inizia subito dopo l’espulsione della placenta (secondamento) e si conclude con il ritorno delle mestruazioni, ha una durata variabile che va da un minimo di 40 giorni (se non si allatta al seno), ad un massimo di 6-8 mesi per le mamme che allattano.

Durante questo periodo, in cui le mamme riprendono più o meno regolarmente la loro vita sessuale con i partner, è però comunque possibile restare di nuovo incinte, perché qualche sporadica ovulazione può avvenire anche in assenza di flusso mestruale. Ancora più cruciale diventa l’uso di un metodo contraccettivo per le donne che non allattano al seno, perché ritornano fertili molto prima, ma anche per le altre non c’è da fidarsi troppo.

E’ quindi saggio usare un metodo contraccettivo fin dai primi rapporti sessuali dopo il parto, ma quale scegliere? Se la neomamma allatta al seno, il metodo più scuro è senza dubbio il profilattico, sia maschile che femminile, perché protegge senza controindicazioni di natura ormonale o “meccanica”.

Altra soluzione è rappresentata dalla mini pillola a base di desostergel, un progestinico che non interagisce con la produzione di latte e che si può assumere circa un mese dopo il parto. Se, invece la mamma non allatta, ha diverse opzioni, ad esempio l’anello vaginale o il cerotto, che rilasciano gradualmente gli ormoni che inibiscono l’ovulazione senza appesantire il fegato, e che si possono usare fin dalla comparsa del primo ciclo (capoparto).

Benissimo anche la pillola contraccettiva classica (magari a basso dosaggio), sempre da assumersi alla comparsa della prima mestruazione al termine del puerperio. Sia in allattamento che non, poi, esiste sempre l’opzione della spirale, che si può però inserire in utero solo dopo un mese e mezzo in caso i parto naturale, e dopo almeno 2-3 in caso di cesareo. Il consiglio è quello di chiedere al proprio ginecologo anche in base all’età e alle proprie condizioni di salute.

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Foto| via Pinterest

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