Gravidanza
Si può mangiare il pesce in gravidanza? Le dosi consigliate
Il pesce è un’ottima fonte di proteine, minerali e grassi “buoni” ideali in gravidanza, ma quali sono le porzioni giuste in gravidanza? Vediamo cosa dicono gli esperti
La dieta in gravidanza è importantissima non solo per il benessere della mamma, ma anche per lo sviluppo intrauterino del feto e per la sua salute futura.
Mangiare in modo equilibrato, scegliendo alimenti sicuri, freschi, con tutte le sostanze nutritive necessarie al buon andamento della gravidanza deve essere una preoccupazione della donna incinta e la scelta del menù settimanale dovrà essere modulata seguendo i consigli del proprio ginecologo.
Il pesce nell’alimentazione di una donna gravida è altamente consigliato, perché si tratta di un prodotto alimentare che fornisce ottime proteine nobili, minerali cruciali come lo iodio (necessario per il corretto funzionamento della tiroide che in gravidanza può andare in tilt), lo zinco, il magnesio, il ferro, il fosforo e il selenio, vitamine e grassi “buoni” tra cui i “celebrati” omega 3 che favoriscono lo sviluppo neuronale del feto.
Ma quali pesci si possono mangiare senza rischi, e quali, invece, sarebbe meglio evitare durante la dolce attesa? In linea di massima, per le mamme che non abbiano particolari intolleranze, vanno privilegiati i pesci d’acqua salata e dolce più digeribili e nutrienti tra cui: nasello, persico, sogliola, merluzzo (anche sotto forma di baccalà), salmone, trota, dentice, e tutto il pesce azzurro di piccola e media taglia (sardine, sgombri, palamita, acciughe eccetera), peraltro largamente presente nella dieta mediterranea.
Per quanto riguarda i cosiddetti “grandi predatori”, ovvero il tonno e il pesce spada, si tratta senza dubbio di ottimi prodotti ittici che, però, possono avere una concentrazione un po’ più elevata di quanto raccomandato di metalli pesanti tossici tra cui il mercurio, per questa ragione se ne consiglia il consumo moderato (non più di 3-4 volte al mese, incluso il tonno in scatola).
Via libera, invece, ai molluschi tra cui seppie, calamari e polpi, mentre crostacei e molluschi bivalve (cozze, vongole, arselle) vanno mangiati con moderazione per evitare possibili allergie e intolleranze anche nel bambino. I frutti di mare e tutto il pesce in generale, in gravidanza va consumato rigorosamente previa cottura per evitare il rischio di intossicazioni, e va scelto accuratamente.
Deve essere freschissimo e possibilmente proveniente da filiera corta (acquistate, pertanto, sempre da un pescivendolo di fiducia), oppure va benissimo anche il prodotto surgelato che è sicuro e nutrizionalmente valido quanto l’altro. Le porzioni?
Tre volte alla settimana vanno benissimo, e per quanto attiene alle modalità di cottura, meglio evitare i frutti e optare per la lessatura, la cottura al vapore, al forno o in padella senza troppi intingoli. Se vi piacciono, poi, potete arricchire i vostri piatti di insalate con delle alghe, anch’esse prodotti ittici vegetali ricchi di vitamine, minerali e iodio.
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Foto| via Pinterest