Crescita
Padre assente e madre ansiosa: le conseguenze sul bambino
Quando un bambino nasce in una famiglia in cui la figura paterna è assente e la madre tende ad essere troppo protettiva e ansiosa, può crescere con qualche disturbo? Vediamo quali sono le principali conseguenze
Non è facile crescere un bambino se sei una mamma sola, single oppure separata o vedova, insomma, senza una figura paterna al tuo fianco.
Potresti correre il rischio di diventare quella che in America è sta ribattezzata la “mamma elicottero“, che sorveglia costantemente il proprio figlio in preda all’ansia, per timore che gli manchi qualcosa, che sia in pericolo, che non abbia gli strumenti psicologici necessari per affrontare il mondo. Tutto per causa di quella mancanza originaria: il papà.
Del resto, è anche vero che moltissimi bambini sono stati cresciuti da mamme sole, e sono diventati delle persone fantastiche e donne o uomini sensibili e coraggiosi. Ma dividersi per due, interpretare entrambi i ruoli, quello materno e quello paterno, può diventare soverchiante e spingere una mamma a “strafare”.
Avvolgere il bambino in una cappa protettiva che isoli la coppia madre-figlio dalle minacce del mondo può essere un modo istintivo, naturale, per far fronte comune alle avversità della vita, ma potrebbe anche rivelarsi un pericoloso boomerang, soprattutto per il bambino.
Quali sono i rischi educativi a cui si va incontro? Una madre iperprotettiva e ansiosa trasmetterà le proprie insicurezze al bambino, il quale si nutre non solo di latte e coccole, ma anche dei sentimenti, dei pensieri e delle paure materne che gli vengono trasmesse in modo quasi osmotico.
Pertanto, il rischio è quello che diventi anch’egli, o ella, ansioso, pauroso, insicuro, e che abbia terrore del mondo sentendosi inadatto a affrontarlo. Queste sensazioni possono abbassare la sua autostima, con il rischio che il bimbo non riesca a staccarsi dalle braccia materne e continui a cercarvi quella sicurezza che non riesce a trovare dentro di sé, o altrove.
Un’altra possibile conseguenza di una situazione in cui il padre sia assente (magari abbia lasciato la madre prima o subito dopo la nascita del bambino), è quella che il piccolo sviluppi una sorta di senso di colpa che lo porterà a covare dentro di sé la convinzione di essere una persona indegna, meritevole di poca considerazione se non di riprovazione.
Anche in questo caso è facile immaginare le conseguenze sulla crescita di un figlio che creda di valere così poco o addirittura di non meritare l’amore degli altri. I figli di mamme ansiose manifestano sovente sintomi fisici da stress, come mal di stomaco, mal di testa, insonnia o incubi notturni, disturbi alimentari, talvolta hanno uno sviluppo fisico rallentato, perché in qualche modo non vogliono crescere, e cercano di ritardare il momento della pubertà.
L’attaccamento alla madre diventa allora un alibi per non diventare mai adulto, per non assumersi la responsabilità di rendersi autonomo e indipendente. In questi casi limite, ci sono diverse cose che una madre può fare. Innanzi tutto, chiedere aiuto ad un professionista.
Un percorso psicoterapeutico per madre e bambino può in questi casi evitare successivi problemi e aiutare a ritrovare la serenità e soprattutto l’equilibrio familiare. In secondo luogo, e questo è molto difficile per una mamma ansiosa, imparare a delegare.
Nessuno è del tutto indispensabile, e ritagliarsi uno spazio per sé, lasciando che il proprio bimbo impari a relazionarsi e a fidarsi di altre persone (senza che si sostituiscano alla figura genitoriale di riferimento, naturalmente), cosa che dovrà imparare a fare comunque, nella vita, è già un primo passo che vale metà del percorso.
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Foto| via Pinterest