Crescita
Scatto di crescita puberale: cos’è e cosa fare in caso di ritardo
Lo scatto di crescita puberale, nei maschi e nelle femmine, è un repentino aumento in altezza e una accelerazione nello sviluppo dei caratteri sessuali secondari. Talvolta questa fase ritarda, vediamo perché e come favorirla
[blogo-video provider_video_id=”HfqCYvT9XUc” provider=”youtube” title=”Pubertà precoce e pubertà ritardata” thumb=”” url=”http://www.youtube.com/watch?v=HfqCYvT9XUc”]
Lo scatto di crescita puberale è una fase delicata dello sviluppo dei bambini, che in modo repentino aumentano in peso e altezza (spesso di decine di cm) in poco tempo. Si tratta di un fenomeno fisiologico che in genere si verifica tra i 10 e 12 anni nelle bambine e culmina con la comparsa del menarca (prima mestruazione), e tra i 12 e i 14 anni nei maschi.
Lo “scatto” innesca modifiche fisiche e psicologiche importanti, perché da un lato accelera la maturazione dei caratteri sessuali secondari, dall’altro produce degli effetti sull’umore e sullo sviluppo cerebrale e cognitivo.
I bambini, insomma, nel giro di pochi mesi si trasformano letteralmente, e assumono un aspetto, dimensioni e personalità differenti. Questo, nella norma. Tuttavia, consideriamo che la pubertà non è uguale per tutti, soprattutto non lo sono i tempi e talvolta, e, per ragioni quasi mai patologiche, lo scatto puberale può esser ritardato.
E’ più facile che siano i maschietti ad essere interessati da questo ritardo, e così possiamo vedere, all’età di 13-14 anni, ragazzini come piccoli uomini (con barba e voce, altezza e muscoli da adulti, o quasi), e altri che sembrano ancora pienamente bambini. Non ci si deve allarmare, però qualora lo sviluppo apparisse troppo lento, e il bambino (o la bambina) troppo piccoli per la loro età e nessun accenno si maturazione sessuale, è bene sottoporli ad un controllo endocrinologico e alla misurazione dell’età ossea.
Questa consiste nella radiografia del polso e della mano, in grado di “predire” quale aspettativa di accrescimento in altezza ha ancora il bambino.
All’origine patologica del ritardo dello scatto di crescita ci sono malattie cromosomiche come la sindrome di Turner (che colpisce le bambine), una insufficiente produzione di GH, l’ormone della crescita, disfunzioni delle ghiandole surrenali, diabete, iper o ipotiroidismo, obesità.
Nella maggior parte dei casi, però, il ritardo è definito “costituzionale“, e pertanto non deve destare preoccupazione. Tuttavia, dal momento che talvolta questa lentezza nell’accrescimento dello scheletro del bambino può finire per impedire il raggiungimento dell’altezza finale “scritta” nel DNA del bambino, si può intervenire con qualche piccolo “aggiustamento” ormonale.
Ad esempio, l’endocrinologo potrà prescrivere alle bambine piccole dosi di estrogeni per un periodo di almeno sei mesi, fino a che non si inneschi lo sviluppo “naturale”, mentre i maschi potranno essere trattati con basse dosi di steroidi anabolizzanti o di testosterone per qualche mese. Naturalmente si tratta di cure controllatissime e collaudate, che non presentano rischi se ben eseguite e modulate da un esperto.
- Non dimenticate di scaricare la Blogo App, per essere sempre aggiornati sui nostri contenuti. E’ disponibile su App Store e su Google Play ed è gratuita.
Foto| via Pinterest