Sicurezza bambini
Mamme da legare: Il bambino inizia a camminare e la casa diventa un campo di battaglia
Quando ero incinta, a preoccuparmi non erano tanto le eventuali notti in bianco che avrei trascorso, ma le giornate interminabili che sarebbero arrivate coi primi passi. E avevo ragione.
Arrivata verso la dodicesima settimana, furono nostri ospiti dei nostri amici col figlio di un anno e mezzo: un bambino delizioso e vivacissimo del quale ci eravamo innamorati a prima vista e che, a tutti gli effetti, era stato il motivo decisivo che ci aveva spinto a dire, mesi prima, “ma sì, proviamoci anche noi”. Ma avevo capito, vedendolo correre verso le scale a chiocciola del garage, che sarebbe stata davvero dura. E così è.
Non esiste più un solo angolo della casa realmente sicuro: ogni angolino insignificante si trasforma in un luogo pericolosissimo. La casa è disseminata di paraspigoli: servirebbero delle coperture integrali in gommapiuma, in realtà. Anzi, no: la gommapiuma verrebbe presa a morsi e masticata. Le chiavi sono sparite dalle porte, perché mia figlia ne ha scoperto esistenza e funzionamento precocemente. Medicinali, bottiglie e detersivi sono in alto, almeno finché la pargoletta non affinerà la tecnica per utilizzare le sedie e curiosare nei mobili salendoci sopra. La base del camino, alta 30 centimetri e rivestita di marmo, è diventata la mia nemica naturale: vedo la bimba barcollare lì vicino e, ogni volta, è un piccolo infarto. Stessa cosa per i mobili: tutti assicurati alle pareti, mi chiedo se le staffe siano resistenti.
Nei cassetti e nelle ante in basso della cucina ho lasciato strofinacci, tovaglie e utensili in plastica che, oramai, stazionano sul pavimento: “hai visto la tazza dosatrice?” “sì, è per terra a sinistra del frigo, sotto le tovaglie pulite tutte arrotolate”. Le tovaglie pulite… Ammesso e non concesso che possa definirsi “pulita” una tovaglia calpestata più volte al giorno da un paio di scarpette taglia 22…
Un tempo avevo soprammobili inutili a prendere polvere ovunque, e candele profumate sparse nei bagni. Adesso le superfici degli arredi sono più tristi e spoglie di quelle di un negozio d’arredamenti. Dei fermi sono appiccicati a ogni sportellino: quando il biadesivo cede, non c’è più tempo per la delicatezza: colla super e via, che quando sarà il momento di toglierli se ne verranno via pure le cerniere.
La mamma poi, essendo quella che passa più tempo con la piccola, è anche quella con gli occhi più allucinati, quando finalmente arriva il momento della nanna. Ha trascorso tutta la giornata a schivare pericoli e a lanciarsi per parare colpi a teste e arti. Dovevano mandare me, ai Mondiali.
Cammino tra biancheria sparsa per terra e pentole sui divani, lanciando tutto nei mobili come capita per evitare che la bimba, dopo averli meticolosamente disseminati per tutta casa, ci inciampi. Tenendo presente che ho una mania ossessivo compulsiva per l’ordine in cassetti e armadi, capirete la mia sofferenza. I miei capelli sono arruffati, ricordo il tempo in cui potevo mettere lo smalto sulle unghie e fare lunghe maschere d’argilla. Ma mi consolo: nella mia vita di madre dovrò affrontare di peggio. Tipo l’adolescenza.
Foto | Flikcr