Cronaca
Mamme da legare: La scelta del seggiolone e il momento dei pasti
Quando ancora ero incinta, cominciai a guardarmi attorno cercando di capire quali fossero gli acquisti più utili da fare.
Uno dei primi oggetti “eletti”, fu uno di quei seggioloni che si applicano direttamente al tavolo mediante due staffe con una specie di morsa. Una volta assicuratami che il tavolo fosse della giusta forma, e dopo aver aspettato che la bimba fosse in grado di stare seduta da sola, procedemmo all’acquisto. La scelta di questo tipo di seggiolone fu dettata soprattutto dalla praticità: innanzitutto, la bambina poteva sedersi a tavola direttamente con noi e, in secondo luogo, avremmo potuto portarlo in giro e in vacanza senza riempire ulteriormente l’auto. Perché, come saprete, quando si parte con un bambino il bagagliaio esplode e si dà un’impressione sbagliata ai vicini: “Ah, avete delle ferie belle lunghe!”. No, veramente partiamo per un paio di giorni, ma non importa. “Ah, ma cambiate casa?”. No, partiamo per una decina di giorni.
Tutti coloro che acquistano questo tipo di seggiolone, però, all’inizio guardano con terrore le gambette del pargolo agitarsi nel vuoto e, inevitabilmente, piazzano una bella sedia per attutire eventuali cadute. Il che dà un punto d’appoggio al bambino quando inizia a tirarsi su da solo. Il momento in cui si alza per la prima volta in piedi è bellissimo, ma porta anche nuove paure: e se si lancia giù? La mossa successiva, quindi, sarà quella di stringere le cinghie attorno alla vita del bimbo fino a bloccare completamente lui e la sua digestione. Mossa che si rivelerà efficace solo fino a un certo punto: un giorno, infatti, mi sono ritrovata mia figlia sul tavolo, allegra a quattro zampe e con il tablet che mandava canzoncine a ripetizione nelle sue mani. No, non l’avevo persa di vista: lo ha fatto sotto i miei occhi. In mezzo secondo era riuscita a portare a termine la manovra che tentava da mesi. La soluzione più semplice sarebbe quella di togliere la sedia eliminando così il punto d’appoggio, ma è più forte di me: quei piedini nel vuoto mi mettono un’ansia…
Se la praticità, comunque, è il punto forte di questo oggetto, non dimentichiamo che ha anche dei piccoli difetti: la mancanza di un piano d’appoggio farà sì che tutto il sugo, tutti pezzetti di frutta, tutte le briciole finiscano direttamente sul vostro tavolo. Preparatevi a grandi pulite non compatibili con superfici delicate. In secondo luogo, il seggiolone va rimosso quasi dopo ogni pasto per pulire tutto ciò che finisce sotto le staffe. Ogni tanto spunterà roba incredibile, come la frittatina mangiata una settimana prima: “ma avevo pulito!”. Niente da fare, quelle staffe offriranno riparo ai pezzetti di cibo in fuga nonostante le vostre furiose pulizie. La parte in stoffa, la seduta vera e propria, si può naturalmente togliere per essere lavata: e lo farete spesso, credetemi. L’ideale sarebbe foderarla con una fantasia “macchie d’unto e sugo”. Anzi, case produttrici: perché non lo fate?
Foto | Flickr
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