Cronaca
Mamme da legare: Fumare in gravidanza, quando non si riesce a smettere
Sono una fumatrice. Oramai, lo sono part time: se mia figlia è con il papà, coi nonni o gli zii, o sta dormendo, corro sul terrazzo o in giardino o mi sigillo in cucina, dove la bimba non ha accesso, e fumo.
Prima della gravidanza non fumavo meno di un pacchetto, e il giorno in cui feci il test aspettai il risultato tirando grosse boccate di fumo, sapendo che poteva essere l’ultima sigaretta per molto tempo.
La ginecologa mi disse subito che, piuttosto che farmi venire crisi d’astinenza o subire uno stress altrettanto dannoso per il bambino, avrei potuto fumarne una al giorno. Ma come si fa? Un giorno sei più nervosa del solito, e ti dici: “se ne fumo un’altra non succede nulla. Ma in fondo, anche una terza, che male fa?”. Ci sono stati dei giorni in cui avrei potuto fumarmi piantagioni intere. E così, col mio compagno, decidemmo: una a settimana. Siccome le sigarette le faccio io col tabacco, lui mi teneva le cartine. Il sabato mattina c’era il rito: lui me ne dava una, io fumavo col gusto di una condannata a morte. Il venerdì notte, puntualmente, sognavo la sigaretta dell’indomani. Una tortura. Camminavo per strada e, all’improvviso, mi sentivo tirare gentilmente, perché senza volerlo seguivo qualcuno che, davanti a me, fumava, e il futuro papà mi riportava sulla retta via con comprensione.
Quando viaggiavamo, e lui mi chiedeva se volessi fermarmi, io dicevo “perché?”. Che si fa al bar o all’autogrill, se non fumare? Ero rassegnata a continuare così per tutto l’allattamento che, purtroppo, non è durato a lungo. Ma i “problemi” non sono ovviamente finiti: innanzitutto, non voglio che mia figlia mi veda fumare, ho paura dell’emulazione.
In secondo luogo, il fumo passivo non termina spegnendo la sigaretta: gli abiti, le mani, le particelle di saliva, tutto concorre. Quindi, giacca per fumare, fascia nei capelli e grandi lavate di denti, viso e mani. I bambini non devono assolutamente stare in ambienti dove si è fumato, quindi… neve o pioggia si sta fuori.
Un incubo. Perché non smettere? Perché tante donne non riescono a smettere anche se incinte? Non lo so. Alcol, alimenti pericolosi, tutto si può evitare, ma non il fumo. Io non sono in grado di dare consigli, se non uno: parlatene col medico, col ginecologo. Cercate di ridurre, almeno. Il problema è che, soprattutto alla prima gravidanza, il bambino lo sentite, sapete che c’è, ma è più un’idea che una realtà. Non c’è bisogno di parlare qui dei danni del fumo sul feto, sono appurati, noti. Fatevi sostenere, parlatene con chi vi è vicino. Io non facevo altro che parlare di sigarette, di quanto mi mancassero: ero diventata davvero monotona, ma parlarne mi aiutava a tenere duro. E non lasciate che gli altri vi giudichino male: lo fate già da sole, e poi sono tutti bravi a fare le madri con gli uteri degli altri. E, purtroppo, fidatevi: non siete le uniche. Moltissime donne sono nella vostra condizione ma non ne parlano, ed è peggio, perché se c’è una minima possibilità di smettere o ridurre, così si perde. Benvenute nel mondo dei sensi di colpa materni.
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