Cronaca
Mamme da legare: Capricci dei bambini in pubblico, tra imbarazzo e concessioni per farli cessare
A chi di voi non è capitato di voler essere inghiottita dell’asfalto durante una scenata in pubblico dei vostri bambini?
Normalmente, si sciorina una serie di scuse a seconda dell’età: ” ha una colichetta, sono i dentini, ha sonno, ha fame, non so, è sempre buonissimo, che strano!”.
A un certo punto, però, le scuse non reggono più: se vostro figlio al supermercato indica un deodorante particolarmente colorato perché trova la confezione attraente, non potete dire “ha una voglia impellente di fare il bagnetto e ci tiene alla cura del corpo fino alle lacrime”. E, così, parte la negoziazione.
La negoziazione, quando il bimbo è troppo piccolo per parlare e fare un ragionamento, consiste nel tirare fuori dalla borsa cose assurde. Non i suoi giocattoli, non si accontenterebbe, ma cose nuove (per lui). Mia suocera e mia madre hanno una capacità particolare nel tirare fuori cose bellissime dalle loro borse strapiene. La mia borsa, altrettanto intasata di roba inutile, non riesce mai a fornirmi oggetti interessanti. E, così, ho iniziato a usare portaocchiali e borsellini terrificanti e di dubbio gusto, ma di sicura attrattiva: batto la quantità di cose delle nonne con la qualità (tragica). Ho una borsina rosa luccicante che provoca l’immediato raccapriccio dei presenti ma la delizia della bambina.
Ovviamente, l’offerta dell’oggetto mi dà solo qualche minuto di vantaggio, appena sufficiente per guadagnare le casse. Se siamo ferme a un bar, invece, la situazione è più complicata: nessuno vuole prendere l’aperitivo con un bambino che fa i capricci al tavolo vicino, nemmeno io. Il posacenere tanto agognato non può averlo, quindi bisogna correre ai ripari: al bar mi fermo solo quando è ora dello spuntino anche per lei. Io bevo in fretta e furia, e lei mangiucchia con un occhio al portatovaglioli, suo desiderio proibito.
Un’altra volta, invece, la bambina iniziò a protestare in un noto negozio di arredamento e complementi d’arredo, dotato di lunghe corsie nelle quali organizzammo gare di velocità col passeggino per farla divertire, sperando che nessuno ci cacciasse fuori. È bello, però, all’apice dell’imbarazzo e dell’impotenza, incontrare gli occhi cerchiati di un altro genitore, che ti dicono: “Io so. Corri pure col passeggino tra le corsie, non lo dirò a nessuno”.
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Foto | Flickr