Cronaca
Le 5 poesie per la mamma di autori stranieri famosi
Sono tanti i poeti non italiani che hanno dedicato bellissimi componimenti alla figura materna. Vediamo 5 tra le più delicate e intense poesie sulla mamma di autori stranieri
Uno dei modi che da sempre l’uomo ha utilizzato per celebrare l’amore, in tutte le sue declinazioni, è la poesia. E potevano forse mancare componimenti dedicati a colei che ciascuno di noi impara ad amare prima di chiunque altro, la nostra mamma?
La figura materna ha da sempre ispirato scrittori, poeti, cantautori (le canzoni spesso sono delle vere poesie in musica), e a lei sono dedicati alcuni dei versi più belli, dolci, emozionanti mai scritti.
I bambini vengono spesso invitati, per la Festa della Mamma, ad imparare a memoria celebri versi composti da poeti italiani del presente e del passato, ma anche la letteratura straniera ci offre autentici tesori. Ecco 5 splendide poesie sulla mamma di altrettanti autori non italiani. Da leggere, imparare, meditare.
- La madre
La madre è un angelo che ci guarda
che ci insegna ad amare!
Ella riscalda le nostre dita, il nostro capo
fra le sue ginocchia, la nostra anima
nel suo cuore: ci dà il suo latte quando
siamo piccini, il suo pane quando
siamo grandi e la sua vita sempre
(Victor Hugo) - Le Mani della Madre
Tu non sei più vicina a Dio
di noi; siamo lontani tutti. Ma tu hai stupende
benedette le mani.
Nascono chiare in te dal manto,
luminoso contorno:
io sono la rugiada, il giorno,
ma tu, tu sei la pianta
(Rainer Maria Rilke) - Maternità
Da dove sono venuto? Dove mi hai trovato?
Domandò il bambino a sua madre.
Ed ella pianse e rise allo stesso tempo e stringendolo al petto gli rispose:
tu eri nascosto nel mio cuore bambino mio,
tu eri il Suo desiderio.
Tu eri nelle bambole della mia infanzia,
in tutte le mie speranze,
in tutti i miei amori, nella mia vita,
nella vita di mia madre,
tu hai vissuto.
Lo Spirito immortale che presiede nella nostra casa
ti ha cullato nel Suo seno in ogni tempo,
e mentre contemplo il tuo viso, l’onda del mistero mi sommerge
perché tu che appartieni a tutti,
tu mi sei stato donato.
E per paura che tu fugga via
ti tengo stretto nel mio cuore.
Quale magia ha dunque affidato il tesoro
del mondo nelle mie esili braccia?
(Rabindranath Tagore) - Mamma
I miei capelli
Che si sciolgono sulle tue ginocchia
Sono mille e mille fili di seta
Che tu mi hai donato
(Poesie cinese di Ping sin) - Il sonno di un bambino
Il sonno che scende
sugli occhi di un bimbo,
sa, qualcuno, di dove venga?
Si, dal villaggio delle fate,
all’ombra di foreste illuminate
dal chiarore delle lucciole…
Di là viene a baciare
gli occhi del mio bambino
(Rabindranath Tagore)
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