Cronaca
Mamme da legare: Filastrocche per bambini: come evitare il trauma del lupo ammazzato dal cacciatore
Alzi la mano chi non ha mai avuto un trauma infantile da ammazzamenti di animali in filastrocche e ninna nanne.
Che si tratti della mamma di Bambi o di Nemo, della pecorella mangiata dal lupo nella ninna nanna (ninna nanna? Ma chi si deve addormentare, con una cosa del genere?), ogni generazione ha avuto i suoi incubi.
Io ero angosciata da una filastrocca in dialetto che parlava di paperelle che andavano a bere in una fontanella e finivano ammazzate e mangiate. Non solo! A ogni azione corrispondeva un dito della mano e, dopo che le altre quattro dita avevano ucciso, cucinato e mangiato le papere, il povero mignolo implorava un pezzetto di cibo, rimanendo a digiuno. Una cosa terrificante. Ma come si può?
La paura e il macabro sono sempre andati a braccetto con le storie per i bambini e, diciamolo, ai bambini piace essere spaventati e soffrire un po’ per la suspense. Ma siamo sicuri che amino gli animali ammazzati? Io non credo: non li amavo affatto e lo ricordo bene.
Non sono di quelle fondamentaliste che vorrebbero riscrivere i finali delle favole classiche, ma almeno rimandiamo di qualche anno il loro racconto! Non voglio che mia figlia cresca con l’ansia delle papere che rischiano costantemente la morte, e mia madre ha il divieto assoluto di cantarle le strofe originali della deprimente filastrocca.
I film della Disney, poi, glieli farò vedere il più tardi possibile: elefanti discriminati, gatti abbandonati, bambini sperduti. Esagero? Ovviamente sì. Ma se la mia bimba mi chiedesse di vedere Bambi con lei, le risponderei: “Chiedilo a tuo padre”.
- Non dimenticate di scaricare la Blogo App, per essere sempre aggiornati sui nostri contenuti. E’ disponibile su App Store e su Google Play ed è gratuita.
Foto | Flickr