Cronaca
Le tradizioni pasquali in Sicilia raccontate ai bambini
I riti e le cerimonie della Pasqua in Sicilia sono tra le più caratteristiche e suggestiva d’Italia. Ecco le curiosità da spiegare ai bambini
Un viaggio in Sicilia in occasione della Pasqua può diventare un bel momento, di divertimento e di apprendimento, per i bambini. In questa splendida isola del Mediterraneo le celebrazioni e i riti pasquali assumono infatti sfumature particolarmente suggestive e cariche di mistero, perché alla liturgia di stampo spagnolo si saldano antichissimi riti precristiani o paleocristiani e folklore locale.
Piccoli paesi, allora, diventano un vero teatro, scenario di straordinarie “messinscene” barocche o medievali, che vedono coinvolta tutta la popolazione, e che stupiscono e affascinando gli spettatori “esterni”. Scopriamo dunque alcune di queste tradizioni pasquali siciliane da spiegare ai bambini, possibilmente (se potete), direttamente in loco.
- San Fratello, Delia e Aidone. Questi tre borghi in provincia di Catania, si animano in modo straordinario durante la Pasqua, esprimendo, con le loro antiche tradizioni, il più genuino sentimento di religiosità popolare. Ad esempio a San Fratello, figuranti vestiti da “Giudei” (con le classiche tuniche e una maschera color rosso scuro sul viso), percorrono le vie del paese suonando le trombe, a simboleggiare le forze del male che congiurano per condannare a morte Gesù. A Delia, invece, si assiste ad una emozionante Sacra Rappresentazione in cui viene “drammatizzata” la Passione e la Morte di Gesù. I figuranti vestiti da centurioni romani e da sacerdoti, accompagnati dal rullo dei tamburi, si recano ad arrestare Gesù, celebrano il processo e poi lo scortano al Calvario percorrendo la Via Crucis, per crocifiggerlo. Infine ad Aidone, la domenica di Resurrezione, grandi raffigurazioni degli apostoli chiamati “Santuna“, corrono ad annunciare alla Madonna la lieta novella
- Prizzi. In questo borgo in provincia di Palermo si mette in scena un curioso “Ballu di lu diavuli” (Ballo del Diavolo, evidentemente), che in genere colpisce molto l fantasia dei bambini. La domenica di Resurrezione figuranti si travestono da diavoli indossando tute rosse con una pelle di capra sulle spalle, e maschere di cartone da cui spunta fuori una grossa lingua di stoffa. In mano tengono una catena. I diavoli sono accompagnati dalla Morte, che si distingue per il fatto di indossare una tuta gialla, una maschera in cuoio dall’espressione terrificante, e una balestra in mano. Per tutta la mattina i diavoli e la morte infastidiscono la folla chiedendo soldi. Al momento dell'”incontru”, tra i simulacri della Madonna e di Gesù risorto i diavoli inscenano il “ballo” per impedire che le sue statue si avvicinano ma altri figuranti travestiti da angeli del Signore li disperdono, non prima del terzo tentativo, mentre le campane suonano a festa
- San Cataldo. In questo borgo in provincia di Caltanissetta i tre giorni del Triduo pasquale sono animati dalla messa in scena del processo a Gesù, con la partecipazione di figuranti nei ruoli di centurioni, legionari, cavalieri, Gesù e Pilato. Oltre agli attori in carne e ossa, sono utilizzati anche dei gruppi statuari di cartapesta (risalenti al 1800 e chiamati “Sampauluna“), che vengono portati in giro per le strade a rappresentare scene della Passione. Le stesse statue, nel giorno di Pasqua, sfilano impersonando gli 11 apostoli