Gravidanza
Pancreatite acuta in gravidanza: sintomi, cause e cure
La pancreatite acuta è una grave infiammazione del pancreas spesso conseguenza di una colecistite trascurata. Vediamo come si manifesta in gravidanza e come intervenire
La pancreatite acuta è una rara complicanza della gravidanza che va attentamente monitorata e curata. Si tratta di un’infiammazione del pancreas spesso associata, o meglio, determinata, da precedenti infiammazioni a carico delle vie biliari, in particolare della colecisti.
Quando in questo piccolo organo, in cui si raccoglie la bile prodotta dal fegato, si formano dei calcoli, questi possono andare ad ostruire i dotti biliari, e se interessano quelli che dalla cistifellea (altro nome della colecisti), conducono al pancreas, possono provocare un’infiammazione acuta.
Altre concause della pancreatite acuta sono l’abuso di alcool e di farmaci (incompatibili, peraltro, con la gravidanza), disfunzioni endocrine e carico della tiroide, infezioni virali trascurate. Ma soprattutto, durante il terzo trimestre, la pancreatite può essere innescata da una ipertrigliceridemia provocata dalla gravidanza stessa (colesterolo e trigliceridi vengono prodotti massicciamente durante la gestazione, perché questi grassi servono al feto per costruire le membrane cellulari).
C’è però da dire che anche se favorita da questo aumento fisiologico di trigliceridi nel sangue materno, la pancreatite è una complicanza rara. I sintomi sono tali, in genere, da far spaventare: dolore addominale intenso, concentrato nella parte superiore con irradiazione retrosternale, talvolta febbre, nausea e vomito. Quando una donna incinta presenti un dolore addominale acuto deve sempre recarsi al pronto soccorso per accertamenti.
Qui, verrà sottoposta ad alcuni esami del sangue (amilasi e trigliceridi), TAC o ecografia addominale. In caso di conclamata pancreatite le cure sono soprattutto di tipo alimentare. Inizialmente la paziente verrà tenuta a digiuno, successivamente, per abbassare i livelli dei trigliceridi (quando all’origine dell’infezione vi sia una ipertrigliceridemia), si somministreranno integratori di acidi grassi omega 3 in associazione ad una dieta povera di altri grassi (soprattutto di origine animale).
Il riposo, un regime alimentare appropriato e il continuo monitoraggio dei valori ematici di amilasi e trigliceridi dovrebbero aiutare a stabilizzare la situazione. Se la pancreatite fosse determinata da calcoli, invece, di solito si preferisce evitare l’intervento di rimozione e procrastinarlo a dopo la nascita del bambino, e nel frattempo si bloccherà l’eventuale infezione con antibiotici adatti alla gravidanza e si allevierà la tensione addominale con antispastici.
In ogni caso, dal momento che la pancreatite tende a recidivare in una seconda gravidanza, la madre predisposta a questo problema dovrà effettuare costanti controlli epatici e analisi del sangue, e seguire una dieta rigidamente povera di grassi per tutta la dolce attesa. La pancreatite acuta solo in rari casi può nuocere al feto, ma è importante riconoscerla e curarla subito.
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