Papà
Le 5 poesie d’autore per la Festa del Papà da scrivere sui biglietti
Per la Festa del Papà niente di più appropriato di un bel biglietto di auguri con una poesia d’autore. Ecco qualche bell’esempio
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Le Festa del Papà si avvicina a grandi passi, è tempo, per i bimbi di casa (ma anche per i figli più cresciutelli), di preparare cartoncini di auguri e lavoretti creativi de regalare al proprio genitore. Ci sono tante sorprese adeguate a festeggiare un padre, piccoli doni, anche fai da te, una bella torta fatta in casa con l’aiuto della mamma, e soprattutto un bel messaggio d’auguri pieno di sentimento.
Un biglietto per la Festa del Papà sarà però più completo, se al proprio personale augurio, si abbinerà una poesia d’autore che descriva la figura paterna con le parole in rima che solo i poeti sanno trovare, e che ci commuovono tanto. Ecco 5 esempi da copiare!
- Cos’è un papà
Il papà non è solo
l’amico delle capriole sul letto grande
Non è solamente l’albero al quale mi arrampico
come un piccolo orso
non è soltanto chi tende con me l’aquilone nel cielo.
Il papà è il sorriso discreto che fa finta di niente
è l’ombra buona della grande quercia
è la mano sicura che mi conduce nel prato
e oltre la siepe
(L. Musacchio) - Mi spiace papà
Non sono un muratore
“mi spiace papà ”
non sono un poeta
non sono un adulto
ma neanche un bambino
forse lo so cosa sono
sono quel sorriso
appena accennato
sulle labbra di mia madre
sono l’ultimo vagone
di quel treno
fermo al tramonto
prima che il mio cane
mi lecchi il viso.
papà…
(Carlo Bramanti) -
Grazie papà
Da te, papà, ricevo tanto.
A te, papà, io voglio bene.
Dite, papà, io vado fiero.
A te, papà, io dico grazie.
Grazie papà, per il bene che mi vuoi.
Grazie papà, per i doni che mi fai.
Con te, papà, non ho paura.
Con te, papà. mi sento forte.
Con te, papà, mi trovo bene.
A te, papà, io dico grazie.
Grazie papà, per la gioia che mi dai.
Grazie papà, per quello che tu sei
(B.Bartolini) - Mio padre
Io ho quasi un ritratto
del mio caro padre, nel tempo,
ma il tempo se lo porta via…
Mio padre nel giardino di casa nostra
mio padre tra i suoi libri, che lavora.
Gli occhi grandi, la fronte spaziosa,
il viso scarno, i baffi lisci.
Mio padre nel giardino di casa nostra
riflette, sogna, soffre, parla ad alta voce.
Passeggia. Oh, padre mio, ancora
ti vedo e il tempo non ti ha cancellato!
Ormai sono più vecchio di te, padre mio, quando mi baciavi.
Ma nel ricordo
sono ancora il bimbo che tu prendevi per mano.
(Antonio Machado) - Ecco il babbo
Scoccan le sei, bambini. Ora sbrigate
ogni cosa, ché il babbo è qui. tra poco,
i balocchi levate; e tu per la marmitta attizza il fuoco.
Che vento freddo, che brutta serata
per la povera genti abbandonata!
M a il babbo vien col suo passo robusto,
ché lui non teme il buio della sera,.
quasi ci prova gusto a sentirsi sferzar dalla bufera.
E non ha freddo, ché si porta in core
di questa famigliuola il caldo amore.
Ecco il babbo, bambini! Il passo è questo:
state sicuri non posso sbagliare.
Corri, Bettina, presto! Apri la porta, non farlo aspettare.
Batti, batti le mani, piccino:
eccolo sulla soglia, il tuo babbino!
(Camilla Del Soldato)