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Mamme da legare: TV e internet per bambini, i “giochi ” del terzo millennio
Devo ammetterlo: da quando sono diventata mamma mi sono quotidianamente chiesta come facessero le nostre madri e le nostre nonne a intrattenere i figli.
Non ho mai visto di buon occhio chi molla i figli davanti alla TV, ma adesso, pur non giustificando, capisco. Da mesi, oramai, non sto zitta un attimo; la mia famiglia mi ha sempre presa in giro, dicendo che parlo in continuazione, ma ho raggiunto mio malgrado livelli folli. Mia figlia vuole che le si parli di continuo, e a me va bene, ma la sera non ho più voce. L’espressione “cantare sotto la doccia” ha assunto un nuovo significato: mi preparo, metto la bambina nel passeggino, la porto con me in bagno e inizia lo spettacolo. Devo cantare tutto il tempo, o lei si annoia e comincia a protestare.
Sin da quando era piccolissima mi sono accorta che in casa riesco a fare parecchie cose, a patto che gliele illustri in tempo reale: adesso lavo le carote, le affetto, le metto in un pentolino, ecco che sono cotte, te le metto nel piatto. Un’estenuante cronaca dettagliata e in tempo reale di tutto ciò che faccio. Ma, appena ingoia l’ultimo boccone, lo faccio: le accendo il PC, la lascio 20 minuti nel seggiolone intenta nella visione e sparecchio, prendo un caffè in pace e metto in ordine la cucina. Non so se sia “lecito”, ma lo faccio lo stesso perché quei minuti mi servono. Mi servono per far riposare voce e cervello, per fingere di avere ancora un minimo di controllo sul mio tempo.
Non so come facesse mia madre, che ha cresciuto due figlie lontana dalla famiglia e, come me, senza aiuto durante il giorno. Forse il fatto che allora si usasse il girello dava un po’ di tregua alle madri: se lasciassi mia figlia libera di girare per casa riuscirebbe a smontarmi le prese elettriche dal muro e ad accendere il camino. Per le nostre nonne, forse, un po’ di sollievo veniva dal fatto che esistessero le famiglie allargate, e i bambini crescevano tirati su da tutte le donne del vicinato. A mia figlia, invece della vicina che viene a tenerla per un po’, tocca un PC.
Non trovo complicato inventarmi qualcosa per tenerla occupata, il problema è tenerla occupata senza di me. Il papà ha scoperto un canale di filastrocche e canzoncine in inglese su YouTube, e lei ha questa passione per la bambina protagonista di quasi tutti i video, che se ne va in giro con un cane e una scimmia. Io la trovavo insopportabile, ma adesso la sua voce è diventata per me la voce del silenzio: lei canta, io posso stare zitta. Non penso di fare un gran danno alla bambina: non la lascio per ore in compagnia di uno schermo, e le sue occupazioni principali restano sani giochi come il pancrazio sulla povera pancia della mamma.
Quando ero piccola mia madre mi lasciava vedere la TV, ma non ricordo di essermi mai interessata più di tanto all’oggetto. Era la sua strategia: mai vietare nulla ma, subdolamente, comprare libri prima illustrati, poi per bimbi più grandicelli e, infine, libri “normali”. Il risultato è che guardo poca televisione e in prima media ero già miope. Mentre lascio mia figlia davanti al PC, la sua piccola biblioteca cresce.
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