Cronaca
Feto operato al cuore in utero con lo stent per la prima volta in Italia
Per la prima volta in Italia un feto è stato operato per una malformazione cardiaca in utero senza incidere l’addome materno, grazie ad uno strumento chiamato stent
Un feto che presentava una cardiopatia congenita fatale è stato operato con successo in utero senza che sia stato necessario incidere l’addome materno per arrivare al bambino.
Questo straordinario intervento chirurgico è stato effettuato all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, dall’equipe dell’Unità di Medicina materno-fetale, e, per la prima volta in Italia, ha visto l’applicazione, sul cuore del feto, di uno stent, che è stato fatto arrivare a destinazione con l’ausilio di una cannula.
I medici hanno prima praticato un’anestesia generale sul nascituro, quindi, senza usare bisturi, hanno inserito una sottile cannula nell’addome della mamma e nella membrana uterina, e attraverso questa hanno penetrato anche il torace del bambino arrivando, dal polmone, fino al cuoricino, di cui hanno trapassato l’atrio cardiaco sinistro.
La malformazione cardiaca di cui soffriva il feto, infatti, chiamata ipoplasia del cuore sinistro, impedisce lo sviluppo di tutta la parte sinistra del cuore, che quindi avrebbe condannato a morte certa il piccolo subito dopo la nascita. Occorreva, quindi, agire prima.
Il chirurgo Matteo Giuffirda, dopo il posizionamento della cannula, vi ha fatto passare una guida e un catetere provvisto di stent, uno strumnto che per la prima volta in Italia è stato adoperato su una persona non ancora nata. Lo stent è stato fatto gonfiare in modo da tenere ben aperto il foro già praticato sul setto inteatriale (quello che divide atrio destro e atrio sinistro del cuore).
Il controllo ecografico immediato ha confermato il corretto posizionamento dello stent e il ripristino del passaggio di sangue dai polmoni al cuore, obiettivo dell’intervento. Questo consente di prevenire in utero la compromissione irreversibile della funzione polmonare e di non andar incontro a morte certa alla nascita
Ha spiegato il dottor Giuffruda. Questo genere di interventi intrauterini così delicati è però possibili solo in pochi casi, come specifica Luigi Frigerio, direttore del Dipartimento materno infantile:
I rischi delle procedure intrauterine sono alti e le rendono necessarie in pochi casi selezionati, per i quali i benefici superino i rischi. Occorre avere la certezza che il nostro intervento cambi la storia della malattia, e così è stato in questo caso
Un bambino davvero fortunato, è il caso di dirlo!