Gravidanza
Mamme da legare: L’ascolto di musica in gravidanza e nei primi mesi di vita dei bambini
Tutti me lo dicevano, mentre ero incinta: “Ascolta tanta musica!”. Va bene, la ascolto, ma cosa dovrei prediligere?
A fare una rapida ricerca su Google (ma gli stessi risultati li ho avuti chiedendolo a quella melomane di mia madre), si dovrebbero ascoltare Mozart e gli autori barocchi. Io non ho alcuna riserva verso Mozart né verso gli autori barocchi, anzi! Mozart è, diciamolo pure, divertente: seguire una sua opera dà gusto e non spegni lo stereo o la TV con l’impressione di aver assistito a un’ecatombe di eroine lanciatesi nel vuoto o suicidatesi con lame. Ma la composizione che preferisco di Mozart è la Messa da Requiem: vi pare adatta a una gravidanza, non fosse altro che per la sua funzione?
Accantonato Mozart, mi sono concentrata sugli autori barocchi: no, non andavano. Già da piccola Vivaldi mi faceva fare dei salti improvvisi sulla sedia: saltare adesso con quel fisico da otaria era fuori discussione. E allora, che fare? Tutti i siti internet, i blog, pediatri, ostetrici erano chiari: tanta musica, il bimbo la percepisce con l’udito e tramite le vibrazioni. Inoltre, sembra che l’ascolto di musica aiuti lo sviluppo del linguaggio limitando l’insorgere di disturbi come la dislessia. Ma niente rock estremo, mette ansia al nascituro. Va bene, ma decidetevi: mi dite che l’udito è in grado di percepire i suoni esterni dalla ventisettesima settimana circa, poi mi dite che alla decima non posso ascoltare i Black Sabbath. E io che faccio? Ascolto i 99 Posse.
La scelta è stata dettata da due fattori: innanzitutto, sono campana ma vivo in Romagna, e qui mia figlia sta crescendo. In casa parliamo poco in napoletano, purtroppo, ma vorrei che mia figlia lo capisse. Poter sentirsi parte di due culture differenti è una ricchezza, e non voglio privarla di ciò. In secondo luogo, i 99 Posse mi mettono allegria anche quando trattano argomenti seri e, cosa da non sottovalutare, mi ricordano gli anni del liceo. Ho ascoltato più volte “Salario garantito” in nove mesi di gravidanza che in cinque anni di classico.
Poi, sempre per i motivi detti sopra, mi sono dedicata ai classici napoletani, per la gioia della mia incredula madre. Niente virtuosismi e gorgheggi da parodia, ma classiche, sobrie e asciutte interpretazioni del passato e, perché no, rivisitazioni in chiave moderna di Ranieri.
Tutta questa musica, cui si aggiungono gli immancabili Beatles, un po’ di musica egiziana che non fa mai male, Pino Daniele, David Bowie e altri autori variamente assortiti, le alienanti filastrocche come “Row your boat”, “Incy Wincy Spider”, “The wheels on the bus”, sono le stesse cose che mia figlia ascolta da quando è nata, avendole già conosciute nella pancia. La musica le piace, come a tutti i bambini, e quando mangia, avvicinandole il cucchiaio, le canticchio la musica de “Lo Squalo”, che non solo non le mette angoscia, ma la diverte! Tutto questo per dirvi,come sempre: fate quel che volete. Ascoltate quello che vi va. Se fa bene a voi, fa bene al bambino. E sapete cosa diverte davvero mia figlia? Ballare con me sulle note di “Salario garantito”.