Salute e benessere
Influenza nei bambini, i pediatri spiegano quando ricorrere al pronto soccorso
A volte le mamme con i figli sono a casa con l’influenza si fanno prendere dalla preoccupazione, e accompagnano i piccoli al pronto soccorso anche quando non è necessario. La SITIP illustra i casi in cui il ricovero ospedaliero risulta effettivamente necessario.
Tra dicembre e febbraio di ogni anno si presenta immancabile l’influenza stagionale e i bimbi si ritrovano spesso a casa. A volte le mamme quando i bambini hanno sintomi influenzali, soprattutto quando sono piccoli o hanno poca esperienza, si fanno prendere dal panico e accompagnano i bimbi al pronto soccorso. Ma non sempre i figli ne hanno effettivamente bisogno. Nella maggior parte dei casi è sufficiente curare l’influenza in casa con l’aiuto del pediatra di famiglia.
La Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) per venire incontro alla preoccupazione dei genitori spiega i casi in cui il ricovero ospedaliero risulta effettivamente necessario per evitare che si rechino in Ospedale e facciano file inutili, con il rischio di far prendere solamente freddo al piccolo che dovrebbe invece rimanere al caldo sotto le coperte, ed essere reidratato regoralmente.
Naturalmente ci sono casi in cui è consigliabile come quando il bambino ha malattie croniche e rischia di andare incontro ad un aggravamento della patologia di base (disturbi cronici di tipo cardiaco e respiratorio o in presenza di patologie neurologiche).
Per tranquillizzare i genitori, ecco le linee guida nazionali e internazionali che i pediatri raccomandano di seguire:
1 – Non si richiede necessariamente il ricovero, ma soltanto una più attenta osservazione medica per individuare tempestivamente eventuali complicanze, quando si è in presenza di una delle seguenti condizioni preesistenti: cardiopatie non cianogene, asma moderato-grave, patologia respiratoria cronica, fibrosi cistica, insufficienza renale ed epatica, diabete e altre malattie metaboliche, immunodeficienze congenite e acquisite, malattie neoplastiche, terapia steroidea prolungate;
2 – Non si richiede necessariamente il ricovero, ma la gestione a livello domiciliare o ambulatoriale da parte del pediatra, quando si è in presenza dei seguenti segni o sintomi: disidratazione correggibile per via orale, basso peso neonatale o prematurità in soggetto di età superiore a 3 mesi, lieve distress respiratorio, episodi di convulsioni febbrili successivi al primo e non complicati;
3 – Si può considerare il ricovero in presenza delle seguenti condizioni: incapacità della famiglia a gestire il problema, condizioni economiche o sociali che non garantiscono un’adeguata assistenza a domicilio, età inferiore a 3 mesi associata a uno o più fattori di rischio, bronchiolite in età superiore a 3 mesi, saturazione di 02 pari a 92-95%;
4 – E’ fortemente raccomandato il ricovero immediato nelle seguenti condizioni: disidratazione che richiede reidratazione per via endovenosa o altra terapia per via venosa, frequenza respiratoria >70 atti/min o saturazione 02 <92%, insufficienza respiratoria, convulsioni (primo episodio) o sintomi neurologici, bronchiolite in lattante di età inferiore a 3 mesi, cardiopatie cianogene, segni di sepsi.