Fiabe e Racconti
“Storia di una bambina capricciosa”, fiaba sui capricci per bambini
Storia di una bambina capricciosa, fiaba sui capricci per bambini da raccontare ai piccoli di casa per far comprendere loro l’importanza di capire un no.
Storia di una bambina capricciosa è il titolo di una fiaba per bambini che pone l’accento sull’importanza di sapere accettare un no come risposta. Non tutto ci è dovuto: quante volte ci siamo infatuati di cose di cui poi ci siamo pentiti? E’ il caso di Giulia, la bimba capricciosa protagonista si questa storia che, accecata dal desiderio di possedere una nuova bambola, dopo una serie di capricci riuscirà, con l’aiuto della sorella maggiore, a dare la giusta importanza a ciò che ha. Se cercate storie sui capricci da raccontare ai bambini, quella che segue può fare al caso vostro. Buona lettura.
Racconto “Storia di una bambina capricciosa”
Giulia era la più giovane della famiglia. Quando venne al mondo, Anna, sua sorella maggiore, aveva 16 anni. Crescendo, la ragazza scoprì il potere dei capricci per ottenere tutto ciò che desiderava. Una mattina, Anna chiese a sua madre: “Posso portare la Giulia al parco giochi questo pomeriggio? Ci andrò con Carlo”. Carlo era il migliore amico di Anna, e Giulia provava grande affetto per lui. Giulia iniziò a saltare per la gioia. “Se vieni con noi devi promettermi che ti comporterai bene” disse la sorella maggiore.
Anna conosceva i capricci che sua sorella avrebbe fatto e sapeva che si sarebbe innervosita molto quando sarebbe successo. La bimba annuì. Alle sei Carlo passò a prenderle. Mentre passeggiavano fra le giostre, si fermarono a guardare una postazione. “Voglio quella bambola! – disse Giulia indicandone una. “Giulia, questa è una lotteria, non puoi comprarla. Inoltre, non avremmo il denaro se la vendessero.” “Voglio quella bambola! – ripeté Giulia, facendo una smorfia. ” Facciamo così”, disse la sorella maggiore. “Prenderò due biglietti. Vediamo se siamo fortunati”.
L’estrazione fu fatta ma non vinsero. “Non abbiamo vinto, andiamo” disse Anna. “Voglio quella bambola!” gridò Giulia piangendo, e si gettò a terra.
Carlo, allora, frugò nel portafoglio e acquistò altri due biglietti, ma anche questa volta non furono fortunati. “Andiamo” disse Anna prendendo Giulia per mano. La bimba, allora, si gettò a terra scalciando e cominciò a piangere disperatamente: tutta la gente li guardava.
Carlo la sollevò da terra mentre lei ancora scalciava e piangeva, e in braccio la portò tra le attrazioni, palloncini colorati e zucchero filato, fino alla macchina. Anna li seguiva.
La fece quindi sedere in auto e aspettarono che i suoi capricci si placassero. Anna, questa volta, non si innervosì come aveva fatto prima. Quando vide la sorellina più calma, si sedette accanto a lei e con voce serena le chiese:
“Giulia, è un grosso problema per te non avere quella bambola?” La bimba fece di sì con il capo. “Allora, pensi che possiamo portare Lulu, la tua bambola preferita e cambiarla con quella Forse al signore della tombola sta bene.
Giulia rimase senza parole, smise di singhiozzare pensando alle parole di sua sorella. Quando tornarono a casa non dissero niente alla mamma. Quando Giulia andò a dormire mise Lulu sul cuscino, e si ricordò di quello sullo scaffale sulla tombola: non avrebbe scambiato Lulu per niente al mondo, e se ne dimenticò.
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