Salute e benessere
Gli antibiotici nei neonati possono avere conseguenze sulla crescita
Uno studio condotto in Finlandia ha dimostrato che gli antibiotici nei neonati possono avere conseguenze sulla crescita
Un recente studio ha dimostrato che gli antibiotici nei neonati possono avere conseguenze sulla crescita. In alcuni casi sono indispensabili e se sono necessari è chiaro che vanno somministrati, ma in tutti gli altri casi è opportuno riflettere bene.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications e spiega che gli antibiotici andrebbero assolutamente evitati nei primi giorni di vita dei neonati. Gli antibiotici vanno a modificare lo sviluppo dei batteri dell’intestino e questo può creare problemi, più o meno seri, durante la crescita.
La ricerca è stata eseguita dai medici del Turku University Hospital in Finlandia su un campione di 12.422 bambini nati tra il 2008 e il 2010. Gli antibiotici sono stati somministrati, speriamo solo per assoluta necessità, in 1.151 bambini (il 9,3% del campione) entro i primi 14 giorni di vita.
Antibiotici nei neonati
Analizzando lo sviluppo e la crescita dei bambini del gruppo di cerca, i medici hanno notato delle differenze tra chi aveva assunto gli antibiotici e chi invece no. I bambini maschi tra i due e i sei anni che avevano assunto antibiotici da neonati, avevano un’altezza significativamente inferiore dei coetanei. Cosa che non è stata riscontrata nelle femmine.
In tutti i bimbi che hanno assunto antibiotici, maschi e femmine, è stato constatato un aumento di massa grassa rispetto agli altri bambini.
Questi dati trovano conferma anche in un altro studio condotto in Germania su 1.700 bambini. Gli antibiotici somministrati nei primi giorni di vita vanno ad alterare la composizione della flora batterica intestinale. Questo provoca una ridotta crescita infantile e un’anomalia dei grassi.
Il dottor Omry Koren, della Facoltà di Medicina Azrieli di Bar-Ilan University, ha dichiarato:
“Gli antibiotici sono farmaci di vitale importanza e salvavita nei neonati. I nostri risultati suggeriscono però che il loro uso può anche avere conseguenze indesiderate a lungo termine che devono essere prese in considerazione”.
Via | ansa
Foto | Pixabay