Salute e benessere
Somministrazione farmaci a scuola: insegnanti e personale ATA sono obbligati?
Somministrazione farmaci a scuola: insegnanti e personale ATA sono obbligati? Cosa dicono le regole delle scuole in Italia.
Somministrazione farmaci a scuola, cosa dicono i regolamenti della scuola italiana? Il personale del corpo docente e il personale ATA sono obbligati a somministrare, in caso di bisogno, farmaci ai bambini e ai ragazzi per continuare a seguire le terapie anche a scuola oppure non sono obbligati e possono chiedere di evitare di farlo? Su questo punto è bene fare assoluta chiarezza.
Ci sono ragazzi, infatti, che hanno necessità di continuare le terapie anche in orario scolastico, se in possesso di una certificazione del medico curante. Ma chi deve somministrare questi medicinali? I docenti e il personale ATA sono obbligati? Le Raccomandazioni del 25 novembre 2005 con le linee guida per l’assistenza di studenti che hanno bisogno di somministrazione di medicinali in orario di lezioni, emanate da Miur e Ministero della Sanità, sottolineano che è necessario garantire il diritto allo studio, alla salute e al benessere di ogni studente. Nel dettaglio, però, la somministrazione deve avvenire con autorizzazione dell’Ausl di competenza e le responsabilità riguardano:
- famiglia dell’alunno
- scuola
- servizi sanitari
- enti locali
Per la somministrazione si deve partire con una richiesta formale scritta dei genitori o di chi esercita la potestà genitoriale, insieme a una certificazione medica che contiene informazioni sulla malattia e dosaggio e tempi di somministrazione.
Quando il dirigente riceve la richiesta deve attivarsi per conservare e somministrare i farmaci in maniera idonea, autorizzando i genitori dell’alunno ad accedere a scuola per aiutare il ragazzo a prendere il farmaco.
Se loro non possono, si può fare domanda a docenti e ATA, che però devono rendersi disponibili e, soprattutto, aver seguito corsi di pronto soccorso ai sensi del decreto legislativo n. 626/94 o attività di formazione degli uffici scolastici regionali.
Se non c’è disponibilità, si può cercare in altri soggetti istituzionali del territorio o con i servizi sociali anche attraverso enti di volontariato.
Se questo non è possibile, il dirigente scolastico dovrà interpellare tempestivamente la famiglia. Per trovare una soluzione.
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