Alimentazione per bambini
Una merenda più sana a scuola grazie a frutta e verdura
A scuola si fa merenda con frutta e verdura, grazie ad alcune iniziative di educazione alimentare destinate a bambini e tenager.
I bambini amano gli snack, le merendine nelle confezioni colorate spesso in vendita nei distributori automatici. Sarà che il giochino di mettere le monete per aspettare che la macchina eroghi il pacchettino attira. Ora però grazie all’iniziativa Frutta nelle scuole lanciata quattro anni fa dal Ministero delle Politiche agricole e dall’Unione europea, oltre un milione e 300 mila bambini delle scuole primarie hanno la possibilità di cambiare le proprie abitudini alimentari.
Certo bisognerà convincerli che una mela o le carote facciano meglio di una merendina confezionata ricca di grassi. Come fare? Prima di tutto, gli scolari non dovrebbero -non è obbligo ma un invito, naturalmente- portare merendine confezionate ne acquistare la merenda dalle macchine erogatrici. In cambio i piccoli ricevono una merenda sana italiana, fatta di frutta o verdura intera, a pezzi o spremuta spesso biologica. L’importante e mangiare in gruppo, condividere il momento della merenda per rendere tutto gradevole e “normale”.
Per i bambini più grandicelli, delle medie, forse è più duro cambiare abitudini ma grazie ad “Eat” (Educazione Alimentare Teenagers), dai corridoi e dalle sale professori sono scomparsi i distributori automatici che tanto invitano a “trasgredire”.
Il progetto Eat si occupa di rifornire i ragazzi di merenda composta da confezioni di frutta, verdura, yogurt ma anche di barrette di cioccolato fondente per non “rattristare” troppo i ragazzi. Inoltre fornisce a tutti un contapassi e dei tecnici che visitano le scuole per misurare regolarmente l’altezza e il peso dei ragazzi che aderiscono al progetto.
Certo servirebbe anche una norma che eliminasse gli alimenti malsani destinati a bambini e teenager, ma affinchè un progetto di educazione alimentare arrivi a buon fine è necessario l’apporto della scuola, ma anche della famiglia e dall’ambiente esterno. La vedo dura: l’importante è aver iniziato con il piede giusto e continuare con questo tipo di iniziative.
Via | Espresso.Repubblica
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