Cronaca
Ecco le filastrocche per la Festa del papà per i più piccoli
Ecco qualche filastrocca e poesia per celebrare nel modo più giusto la Festa del Papà
La festa del papà è un momento importante ed è giusto che i bambini siano sensibilizzati a rendere omaggio ai loro padri. La genitorialità degli uomini è un po’ sempre sottovalutata ingiustamente: tutto gira intorno alle mamme, come se fosse delle donne l’esclusiva di fare figli e di allevarli. Non è così, è un pensiero retrogrado ed è giusto lavorare, anche con piccoli gesti come questo, per cambiarlo.
Certo, voi cari papà dovete darci una mano. Iniziamo a non distinguere più tra lavori femminili e maschili: un pannolino lo possono cambiare tutti, un bagnetto lo sapete fare anche voi… Di seguito trovate diverse filastrocche e poesie da dedicare ai pilastri della famiglia. Leggetele con i bambini, imparatene una a memoria insieme ai vostri figli e recitatele il giorno della Festa del papà. Non manca molto.
Il Babbo di L Schwarz
Povero babbo! Stanco, scalmanato,
tutte le sere torna dal lavoro,
ma per cantar la nanna al suo tesoro
ha sempre un po’ di forza e un po’ di fiato
Vorrei essere come te di A. M. Parisi
Spesso mi ritrovo a sognare
che, come te, vorrei diventare:
grande, bello, coraggioso,
intelligente e operoso.
“Dimmi babbo che posso fare
perché presto si possa avverare?”
“Sorridi, gioca e vivi la tua età
in armonia e con serenità.
Una sola cosa devi ricordare:
la vita è bella quando c’è l’amore!
Per crescere c’è tempo, bimbo mio.
Credimi, vorrei esser piccolo anch’io!”
Padre, se anche tu non fossi il mio da Pianissimo di Camillo Sbarbaro
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso, egualmente t’amerei.
Ché mi ricordo d’un mattin d’inverno
che la prima viola sull’opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell’ altra volta mi ricordo
che la sorella, mia piccola ancora,
per la casa inseguivi minacciando.
(la caparbia avea fatto non so che)
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura, ti mancava il cuore:
che avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia e, tutta spaventata,
tu vacillante l’attiravi al petto
e con carezze dentro le tue braccia
avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch’era il tu di prima.
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t’amerei.”
Il Principe di M. Moschini
Arriva un Principe
con un cavallo bianco:
viene da lontano
e sembra molto stanco.
Al posto della spada
c’è l’ombrello
e c’è il cappotto
al posto del mantello;
però a guardarci bene
il cavallo non ce l’ha,
io gli corro incontro
e gli dico: “Ciao papà!”
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