Gravidanza
Mamme da legare: Una primipara un po’ attempata e il Servizio sanitario nazionale
Mi chiamo Graziella, e sono una primipara attempata.
Primipara attempata… Questa definizione la sentii anni fa, quando c’era ancora il 2 davanti alla mia età, e l’idea di fare un figlio era lontanissima dai miei pensieri. All’epoca, l’espressione mi sembrò un po’ offensiva e la archiviai come una delle tante prove che la donna deve sopportare: non sei sposata? Non hai riconoscimento sociale. Non hai figli? La tua femminilità è dimezzata. Hai più di 35 anni? Per te è troppo tardi.
Anni dopo avrei letto studi e pareri medici sull’opportunità di avere figli dopo quella fatidica soglia biologica, ma mi sono sempre rifiutata di considerarmi una specie di biblica Sara. Anche perché non mi sono mai sentita giovane come negli ultimi due mesi e mezzo, da quando è arrivata quella che, scherzando, chiamo “la figlia della vecchiaia”. Quando mi resi conto che sarei diventata mamma pochi mesi dopo aver compiuto i 35 anni, mi resi anche conto che, per me, sarebbero stati fatti quei simpatici commenti da parte di ginecologi, ostetrici e gente comune dei quali avevo solo sentito parlare: “I figli si fanno da giovani”, “i rischi in una gravidanza del genere aumentano”. Tutto questo perché, essendo incinta, avevo già saltato i vari “rimanere incinta a quest’età è più difficile”. Tanto che il mio compagno, esasperato dalle mie preoccupazioni al riguardo, mi diceva sempre che era impossibile che fossi in attesa, doveva essere un’indigestione.
Fortunatamente, tutte le mie ansie circa i commenti dei medici erano infondate: nessuno ha rischiato la mia ira e le mie tirate femministe dandomi della “vecchia”. Ma… Mi si è aperto il magico mondo della villocentesi e dell’amniocentesi. Hai 35 anni? Il Servizio sanitario nazionale ti regala un bell’esame invasivo! Approfitta dell’offerta, tu e tuo figlio siete a rischio! E, così, prenoto in ospedale il colloquio per l’amniocentesi. Dopo aver risposto alle domande della giovanissima e graziosa ostetrica che ho di fronte, mi sento chiedere da lei, che già conosce la risposta: “Scusi, ma perché ha deciso di farlo? Non vedo fattori di rischio”. “Perché ho 35 anni”. L’ostetrica giovanissima mi fa un sorriso di solidarietà femminile, da donna giovanissima a donna meno giovane, e da quel momento inizio a ringiovanire.
È il mio modo di pensare che ringiovanisce: torno un po’ egocentrica, incosciente rispetto al futuro, piena di progetti improbabili e con un assurdo desiderio di tagliarmi i capelli e indossare indumenti sportivi. Io, che considero sport leggere il quotidiano in spiaggia e sport estremo leggere il quotidiano in spiaggia col vento! Ho fatto i conti che, di questo passo, io e mia figlia saremo perfettamente coetanee quando avrà 15 anni. Insomma: è vero, i figli si dovrebbero fare presto per una serie di fondate ragioni, ma non sentitevi vecchie solo perché rientrate in una statistica.
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