Salute e benessere
Come curare la febbre dei bambini con le nuove linee guida
Arriva il cambio di stagione, e arrivano i primi raffreddori e linee di febbre. Ecco come comportarsi quando i piccoli hanno la febbre alta.
Arriva il cambio di stagione, e iniziano a diffondersi i primi raffreddori soprattuto a causa della ripresa delle scuole per cui i batteri iniziano a diffondersi rapidamente. Come comportarsi in caso di febbre senza farsi prendere dal panico?
E’ bene non farsi trovare impreparati, e seguire le nuove linee guida del NICE, il National Institute for Health and Care Excellence. Per curare la febbre dei bambini, o meglio contenerla dato che la temperatura alta è solo un segnale che il corpo reagisce bene all’infezione, bisogna seguire alcuni accorgimenti per alleviare i malesseri dei bimbi, e non rischiare di complicare la situazione. In effetti come commenta Marina Picca, presidente della Società Italiana delle Cure Primarie Pediatri:
“La febbre non é un nemico da combattere, ma una reazione dell’organismo per difendersi dalle infezioni”.
Ecco, in sintesi, le indicazioni importanti da seguire se il bimbo ha la febbre alta:
– La temperatura alta va trattata solo quando rende il piccolo sofferente e irritabile, non lo lascia dormire o alimentarsi normalmente, e comunque solo se supera i 39°C.
– Non è vero che l’aumento della temperatura può provocare danni cerebrali o altre conseguenze gravi.
– Il bimbo non va imbacuccato e nemmeno spogliato perché riuscirete solo a farlo raffreddare.
– I due farmaci antipiretici autorizzati per i bambini sotto i sei anni sono il paracetamolo e l’ibuprofene (é preferibile somministrare questi medicinali per bocca per far assumere al piccolo la quantità giusta di farmaco), e vanno usati per contrastare il malessere del bambino, e soltanto finché il malessere dura.
– Non bisogna superare le dosi nel corso della giornata o prolungare il periodo di cura consentito perché si rischia di superare la soglia di tossicità o di danneggiare il fegato.
– L’intervallo per la somministrazione è di 4-6 ore per il paracetamolo e di 6-8 ore per l’ibuprofene: non si deve obbligatoriamente somministrare di nuovo il farmaco passato l’intervallo, ma farlo solo se il bambino è di nuovo sofferente.
– Se il disagio non migliora dopo aver dato uno dei due medicinali, è possibile provare a utilizzare l’altro ma farlo con cautela e non dare i due medicinali insieme. Attendere comunque le ore di intervallo prima di iniziare con il secondo farmaco, e mai accorciare i tempi tra le varie somministrazioni.
– Quando si definiscono le dosi bisogna fa riferimento al foglietto illustrativo all’interno della confezione e seguire i dettami secondo l’età e il peso del bambino. Nel caso in cui vi sia discordanza, quel che conta è il peso.
Per esperienza personale consiglio di riflettere bene prima di agire, perché la preoccupazione può spingere a fare passi d’istinto di cui ci si potrebbe pentire subito dopo. E’ meglio fermarsi a riflettere, preferibilmente in coppia, per prendere la decisione più logica. Nel dubbio, consultate il pediatra di famiglia che saprà usare le parole giuste per rasserenarvi.
Via | Corriere