Cronaca
Mamme da legare: Timori e problemi dello svezzamento
Ho iniziato lo svezzamento di mia figlia il giorno in cui ha compiuto cinque mesi.
Non avendola allattata al seno, non avevano senso i sei mesi di allattamento esclusivo. Sei mesi esclusivamente di latte in polvere non erano ciò che avevo in mente quando sono rimasta incinta. E, così, ho tirato fuori dalla scatola il set da prima pappa che mi era stato regalato, ho fatto un bel respiro e, dopo aver rimandato il più possibile il momento per paura che sarebbe stato un fallimento, sono entrata con la mia bambina nel mondo dei brodini vegetali.
Mi era stato detto che i bambini tendono a rifiutare il cucchiaino, non sapendo a cosa serva, e a rifiutare il gusto salato. Questo perché non avevano mai visto mia figlia assaggiare il parmigiano. La prima pappa era andata oltre le mie più rosee aspettative, nonostante lo scarso appeal della crema di riso. Ma il giorno in cui ho aggiunto il parmigiano, e dopo un’espressione interdetta durata pochi secondi, ho visto la felicità sul volto della piccola esploratrice del gusto. Ha iniziato a sbattere i piedi sulla sdraietta urlando “Ah! Ah!” in attesa del boccone successivo. Devo dire che nemmeno il discorso della pappa sparsa ovunque è del tutto vero. Se si esclude quella volta in cui ha tossito con la bocca piena, col risultato che tutti immaginate.
L’aggiunta del liofilizzato l’ha incuriosita parecchio, ma l’unico problema è stato con la frutta: assoluto rifiuto per quasi una settimana. Ho iniziato da pere e mele grattugiate, entrambe accolte con una faccia disgustata e labbra serrate. Sembra che, generalmente, la frutta sia ben accetta da parte dei bambini. Generalmente… Forse la bimba era infastidita dal gusto acidulo iniziale e si rifiutava di andare avanti. Alla fine, con pazienza e cantando improbabili e improponibili canzoncine inventate sul momento, un cucchiaino dopo l’altro, abbiamo iniziato anche a mangiare la frutta. Vedere un bambino alla scoperta dei sapori, costruire e manifestare ogni giorno di più le proprie preferenze, è la via più semplice per resistere con pazienza alla piccola guerra quotidiana che si svolge all’ora della pappa. E, detto sinceramente, non peso in modo maniacale ogni ingrediente, ma mi regolo in base ai gusti di mia figlia. Anche se secondo lei, ne sono certa, dovrei aggiungere un paio d’etti di parmigiano.
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