Cronaca
Bimba rom rapita in Grecia, indagati i finti genitori e impiegati dell’anagrafe
Si infittisce il caso di Maria, la bimba bionda di 4 anni trovata in un campo rom in Grecia. Le indagini sul sequestro coinvolgono sia la coppia che la teneva che gli impiegati dell’anagrafe
Il caso della piccola Maria, la bimba dai tratti somatici nordici trovata per caso in un campo rom nei pressi di Farsala, in Grecia, si arricchisce di colpi di scena giorno dopo giorno. Se in un primo tempo formalmente indagati per il sequestro della piccola erano “solo” i suoi finti genitori – Christos Salis, 39 anni, e Eletheria Dimopoulou, 40 – ora una decisione del sindaco di Atene apre ad ulteriori scenari di indagine a carico (per il momento) di 4 impiegati dell’anagrafe della città.
Si tratta della responsabile dell’ufficio anagrafico del Comune della capitale greca, della sua vice e di altri due impiegati che sono stati trasferiti ad altra mansione per il pericolo che interferissero con l’inchiesta, che appare sempre più complessa e stratificata.
Cosa significa questa manovra? Che le irregolarità relative al certificato di nascita della piccola Maria (risultato falso) non sono le uniche riscontrate negli anni a cavallo tra il 2008 e il 2103, quando il numero di dichiarazioni di nascita rimaste inevase è aumentato in modo spropositato soprattutto tra quelle che, casualmente, provenivano da zone a forte concentrazione rom. Un caso?
Sicuramente questo trasferimento d’ufficio sarà propedeutico ad ulteriori indagini della polizia proprio sul personale dell’anagrafe di cui si dovranno accertare le eventuali responsabilità. Ma ricapitoliamo un po’ le tappe della sconcertante vicenda della piccola Maria.
Di chi è davvero figlia la bimba di 4 anni, bionda e con gli occhi azzurri, trovata in un campo rom di Farsala, Grecia, appena qualche giorno fa? Dall’esame del DNA effettuato sulla coppia di nomadi – 39 anni lui, 40 lei, già “genitori” di 14 figli – era risultata chiara l’incompatibilità biologica con la piccola.
Ma allora come mai questa bimba si trovava lì, forse vittima di un rapimento? E’ quello che hanno subito pensato le forze dell’ordine che erano entrate nel campo rom per effettuare dei controlli di routine, insospettiti anche dalla presenza di tanti bambini affidati alla stessa coppia di nomadi. Decisamente troppi per esser stati generati tutti insieme nel giro di pochi mesi.
Ma è stata soprattutto quella bimba di tratti somatici nordici ad attrarre l’attenzione degli agenti. Tuttavia, è ancora troppo presto per certificare un reato di sequestro. La coppia di nomadi, infatti, attraverso il proprio legale, l’avvocato Marietta Pslvara, si difende dalle infamanti accuse sostenendo che la bimba fosse stata affidata loro dalla madre biologica, la quale non poteva tenerla con sé. Sarà vero?
Si tratta di una donna che non poteva crescerla e che attraverso un intermediario l’ha affidata alla coppia nel 2009, poco dopo la nascita
Ha spiegato l’avvocato della coppia. Fatto sta che, anche fosse vero, ci sarebbe da capire perché i due hanno tardato tanto a fornire questa versione dei fatti, alimentando in tal modo i sospetti della polizia. Infatti in un primo tempo la coppia aveva sostenuto di aver ricevuto la piccola, avvolta in un lenzuolo come un fagotto, dalle braccia del padre naturale. Intanto, la bambina, che secondo alcune fonti si chiamerebbe Maria, è stata contemporaneamente affidata ad un’associazione benefica che si occupa di infanzia abbandonata, “The smile of the child”, in attesa che le ricerche della madre naturale sortiscano effetto.
A tal proposito, i responsabili dell’associazione dichiarano di essere già stati letteralmente inondati da e-mail e telefonate di possibili genitori o parenti della piccola Maria, oltre 10mila contatti da quando è stato lanciato l’appello internazionale per ritrovare la mamma della bimba. Si tratta per lo più di famiglie nordamericane, canadesi, scandinave, britannici, i cui figli sono scomparsi nel nulla, inghiottiti, come tanti, nel terribile buco nero dei sequestri di minori. La polizia sta attentamente vagliando i documenti con le foto e i dati che questi genitori hanno inviato per vedere se ci possano essere punti di somiglianza con Maria. Una vicenda che lascia davvero sgomenti e sbalorditi, ma che ha tutte le ragionevoli prospettive di concludersi felicemente.