Giochi
Mamme da legare: Quali sono i giochi preferiti dai bambini di pochi mesi
Durante la gravidanza, come accade a molte di noi, mi è stata regalata una quantità imbarazzante di vestitini.
Io stessa, con l’avvicinarsi della “scadenza”, ho fatto spedizioni in vari negozi approfittando dei saldi e comprando in anticipo abitini fino alla taglia di nove mesi (ma quanto costano, i vestitini per bimbi?). Nata mia figlia, mi sono accorta con terrore che né io né altri avevamo pensato ai giocattoli. Solo mia madre aveva comprato una giostrina in feltro per la culla con una serie di insetti, dalla libellula al ragno.
Insomma: va bene pensare a cose concrete e pratiche come tutine e pannolini, ma il gioco per i bambini è fondamentale: come avevamo potuto sottovalutarlo? Semplice: ai neonati, con i loro movimenti limitati e la loro vista approssimativa, vengono attribuite meno capacità e curiosità di quelle che in realtà hanno. A pochi giorni, mi resi conto che la bimba guardava la piccola ape porta ciuccio regalatale dalla zia, che io avevo attaccato alla navicella più per una questione estetica che altro. La guardava, e con insistenza: forse l’attirava la macchia di colore differente, fatto sta che corsi ad appenderle anche la giostrina da entomologa. Gli insettini divennero il suo primo sguardo sul mondo, oltre le pareti dell’odiata navicella.
La attirava ogni macchia di colore che staccasse da un fondo monocromatico, e le tende delle finestre del lucernario sono state per lei una sorpresa infinita: aprivo e chiudevo le tende mentre lei era letteralmente deliziata dall’apparire e dallo scomparire dei rettangoli colorati. Per quanto riguarda la presa delle sue esitanti manine, ogni cosa che somigliasse ai miei capelli era buona da afferrare e tirare con forza… Anche troppa, per una bimba di poche settimane. Iniziato come gesto istintivo quando la prendevo per lavarla, per trovare un appiglio, quello dell’ “usiamo le ciocche come liane” è un gioco che continua anche oggi e che tutte le madri conoscono. Ho dovuto preventivamente bandire gli orecchini lunghi, mia unica concessione agli accessori vistosi.
Il passo successivo, a un mese circa, c’è stato quando la mia vicina le ha aperto le porte del mondo del carillon, e un girasole con l’onnipresente ape è diventata la sua droga: quella musichetta mi perseguiterà fino alla vecchiaia. Quando la musichetta si interrompeva, flebili versi di protesta mi richiamavano all’ordine per un altro giro di giostra, mentre l’ippopotamo e la scimmietta sull’archetto della sdraietta diventavano rispettivamente l’amico un po’ da ignorare e la nemica giurata: sembrava arrabbiarsi con la scimmia gridandole contro chissà che cosa. Si passava quindi da un urlo alla scimmietta a un morso alla libellula, passando per una tirata di capelli e venti giri di carillon. Quando poi mia sorella le ha regalato il primo libro, con degli animali di una fattoria, il suo nuovo eroe è diventato il maialino, nonostante i miei sforzi di imbastire una storia su questo pulcino impiccione, presente in ogni pagina del libro di stoffa. Niente, a lei piaceva il rosa setoso del naso del porcellino, il pulcino invadente non lo vedeva nemmeno.
Ancora oggi, se nota un nuovo quadro appeso, lo fissa con insistenza. Ho avuto la pessima idea di metterne uno dietro al tavolo della sala da pranzo, e mentre mangia si gira di continuo a controllarlo. Adesso che ha sei mesi, però, ha parzialmente ricucito i rapporti con la scimmietta, mentre ha scoperto il fascino dei miei occhiali: fin dove resistono agli urti? Proviamo. Quel che posso consigliarvi, quindi, è sicuramente di non spendere un capitale in giochi per i primi mesi, ma anche di non sottovalutare le capacita’ di un neonato come invece ho fatto io. E si ripropone, anche questa settimana, il mio consiglio: vanno bene i consigli di madri, suocere e pediatri, ma le uniche che conoscono e riconoscono le preferenze e le capacita’ del bambino siete voi: e se a vostro figlio a tre settimane piace tamburellare sul fasciatoio, comprategli la batteria.
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