Cronaca
Il 94% dei genitori italiani teme abusi per i propri figli
Save the Children ha condotto una ricerca tra i genitori italiani per valutare il grado di paura che mamma e papà hanno nei confronti di possibili abusi che i piccoli potrebbero subire nei luoghi che frequentano più spesso. Ecco i dati dell’indagine.
Save the Children rende noti i dati della ricerca “Tutela dei minori nei luoghi frequentati con regolarità, siamo in grado di garantirla?“, realizzata per l’ente da Ipsos. I dati parlano chiaro: il 94% dei genitori italiani hanno paura che i loro figli siano potenzialmente esposti alla minaccia di comportamenti abusanti e inopportuni da parte di adulti, nei luoghi che frequentano ogni giorno.
Per i genitori i luoghi a maggior rischio sono quelli che i figli frequentano da soli quando non sono a casa: per il 43% è il centro sportivo, per il 39% sono gli oratori e le parrocchie, per il 38% la scuola. Diversa, ma non troppo, la percezione dei ragazzi, per i quali i centri sportivi si assestano al 40%, oratori e parrocchie al 29 e la scuola al 31.
Secondo i dati riportati dalla ricerca di Save the Children, 1 adolescente su 3 dichiara di aver subito da parte di adulti comportamenti inappropriati o abusivi, che rendono sicuri i ragazzi, mentre per il 7% il fatto si è verificato spesso. Solo il 23% dei genitori, poi, pensa che i figli siano tutelati rispetto agli adulti nei luoghi di aggregazione dei più giovani, mentre per il 59% le misure sono appena sufficienti e per il 16% sono praticamente assenti.
Ma quali sono questi comportamenti? Si tratta per lo più di pretese o imposizioni di rapporti o contatti fisici non desiderati (93%), minacce o ricatti per ottenere qualcosa in cambo (92%), atti discriminatori in base all’etnia e alle origini (91%). Altri aspetti sono rappresentati dall’uso di parole forti, parolacce, scappellotti, strattonamenti, senza dimenticare azioni discriminatorie nei confronti dell’aspetto, del comportamento, delle preferenze sessuali e della fede religiosa dei ragazzi.
Per i genitori, invece, gli aspetti più preoccupanti sono l’uso di sostanze vietate, l’offesa delle origini e dell’etnia, oltre che l’imposizione di rapporti fisici.
Emilia Romano, responsabile nazione child safeguarding Policy di Save the Children Italia, commenta così il problema:
Il problema è proprio quello della mancanza di indicazioni specifiche e condivise tra tutti, ragazzi, operatori e genitori, una lacuna che indebolisce e non favorisce certo il necessario rapporto di fiducia tra le parti in gioco. Il forte interesse comune, che gli ambienti frequentati dai ragazzi siano sicuri e rispettosi dei loro diritti, di fronte ad una evenienza grave e spiacevole come quella di un abuso assistito, conosciuto o subito, si sfilaccia nei dubbi e nei timori che comprensibilmente ognuno si trova ad affrontare, e non trova sbocco in strumenti concreti e chiari che potrebbero fare la differenza. E’ proprio a questa esigenza, quella cioè di agire in modo preventivo attraverso formazione, sensibilizzazione e informazione da un lato, e predisposizione di semplici procedure di segnalazione verso referenti certi e preparati dall’altro, che l’iniziativa Adulti a posto di Save the Children, per la tutela dei minori da abuso e sfruttamento e comportamenti inappropriati da parte di adulti, vuole rispondere. L’esperienza dell’Organizzazione e dei nostri partner sul territorio, come UISP e CSI, che operano ogni giorno con centinaia di migliaia di ragazzi in tutto il territorio nazionale e l’hanno già adottata nelle loro attività, offre riscontri positivi. Per questo oggi la vogliamo condividere con tutti gli attori che operano con i minori nei più diversi ambiti, perché si possa rispondere concretamente sul campo e in modo preventivo alle minacce più o meno gravi di cui abbiamo spesso testimonianza diretta.