Gravidanza
Colica renale in gravidanza, i sintomi e le prime immediate cure
Durante la gravidanza la futura mamma può avere delle complicanze renali con coliche dolorose, non sempre e non solo provocate da calcoli. Scopriamo le cause e come intervenire
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Durante la gravidanza, tra i tanti scombussolamenti a cui la futura mamma viene sottoposta, c’è anche una modifica dell’apparato urinario che può facilmente predisporre a coliche renali. In genere questo disturbo è provocato da un calcolo, ma in una donna incinta è più frequentemente prodotta da una condizione chiamata idronefrosi gravidica fisiologica che interessa praticamente il 90% delle gestanti.
Questa sindrome altro non è che la dilatazione delle vie urinaria determinata da un lato dal peso dell’utero (infatti si manifesta intorno alla sesta-decima settimana di gestazione) e dall’altro dalla stimolazione ormonale.
Nella maggior parte dei casi questa idronefrosi fisiologica è del tutto asintomatica, ma in una piccola percentuale di casi, invece, può provocare delle complicanze. Nello specifico, le conseguenze possono essere l’insorgenza di un dolore acuto simile a quello delle coliche renali da calcoli e ostruzione urinaria. In qualche caso, però, la colica è davvero determinata dalla presenza di calcoli renali con sintomi del tutto analoghi, ovvero dolore lombare intenso, difficoltà ad urinare, sangue nelle urine, febbre.
Naturalmente la gravidanza, nella cura delle coliche da calcolosi, rappresenta un ostacolo. In genere, se questa si presenta nel primo trimestre di gestazione (è però molto raro, pari a meno del 4% del totale dei casi) si cerca di evitare la rimozione chirurgica del calcolo almeno fino al secondo trimestre. L’anestesia generale ha degli effetti molto negativi sul feto soprattutto nelle prime settimane, e può provocare aborto, morte del feto o malformazioni gravi.
Naturalmente la terapia corretta, che deve esser valutata dall’ostetrico e dal nefrologo in collaborazione, si baserà sia sulla gravità della colica e delle sue cause, che sul momento della gravidanza in cui insorge. Ad esempio, se il quadro è tale da far temere per infezioni gravi della madre e sepsi urinaria (con sintomi come dolore fortissimo, febbre alta e perdita di coscienza), allora si dovrà procedere al ricovero immediato e ad una terapia aggressiva con drenaggio delle vie urinarie.
In questi casi, purtroppo, la salute del feto non sempre può essere preservata. Si tratta di evenienze molto rare, il più delle volte la colica è determinata da una calcolosi non ostruttiva e si può curare con antibiotici non dannosi per il feto senza bisogno di ricovero. Se, però, la colica è effettivamente provocata da un calcolo che blocca le vie urinarie, allora la via da seguire è differente a seconda dei casi. Alcuni medici preferiscono seguire la terapia conservativa con eventuale cura antibiotica preventiva, perché nei 2 terzi dei casi la donna espelle spontaneamente il calcolo.
Diversamente si può procedere all’inserimento di uno stent uretrale (un piccolo strumento a forma di spaghetto) che risolve l’ostruzione in modo meccanico consentendo il drenaggio dell’urina direttamente nella vescica. In genere è ben tollerato e può essere mantenuto per tutta la gravidanza. In ogni caso, qualunque complicanza renale che si manifesti con colica, quindi dolore, difficoltà nella minzione, magari febbre, richiede l’immediato intervento medico e, se necessario, il ricovero in ospedale.
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