Gravidanza
Clearance della creatinina in gravidanza, quando fare questo test
La clearance della creatinina è un esame importante per verificare la funzionalità renale. Vediamo quando è indicato in gravidanza e perché
Il test della clearance della creatinina è un esame specifico utile per verificare la funzionalità renale. In gravidanza può essere prescritto in caso di sospetta insufficienza renale. Ad esempio, in caso di future mamme monorene (con un rene solo), sia per nascita che per asportazione dell’organo, è sempre meglio verificare che l’unico rene funzioni al meglio anche attraverso test così specifici.
Il test viene effettuato in due step: esame delle urine e prelievo di sangue. Infatti con il primo si valuta la creatininnuria, ovvero la quantità di creatinina (un prodotto della fosfocreatina, sostanza presente nei muscoli, nelle ossa e nel cuore) nelle urine, che in genere è sempre costante.
Confrontando questo valore con la concentrazione della creatinina nel sangue (creatininemia), si ottiene la clearance della creatinina, ovvero la “misurazione” della capacità renale di filtrare questa sostanza. Tenendo conto che in gravidanza i valori ematici di creatinina nei primi mesi possono scendere un pochino per ragioni fisiologiche, si può però effettuare una valutazione abbastanza precisa sulla funzionalità renale. Nello specifico, se il test esprime un valore inferiore alla norma, ma superiore ai 30 ml/min, allora il problema è minimo, quando non fisiologico. Ma se i valori scendono sotto i 15 ml/min, allora l’insufficienza renale è grave tanto da richiedere la dialisi.
I valori normali, che indicano una funzionalità renale ottimale, si situano tra i 75 e i 125 ml/min. Tuttavia, e questo è molto importate, durante la gravidanza avanzata i valori dei clearance della creatinina aumentano in una percentuale che va dal 40 al 65%, quindi i limiti indicati dal laboratorio di analisi vanno corretti al rialzo, e comunque sempre interpretatati dal ginecologo. Come anticipato, questo test si esegue in due tempi. Prima si effettua la raccolta delle urine nella 24 ore, e successivamente (dopo 24 ore), si procede al prelievo di sangue non a digiuno. Questo test può essere influenzato da molti fattori, tra cui l’aver compiuto sforzi fisici, quindi le future mamme devono cercare di stare a riposo nei giorni che precedono l’esame.
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