Gravidanza
Farmaci antiretrovirali in gravidanza: le patologie per cui si assumono
L’assunzione di farmaci antiretrovirali si rende necessaria anche in gravidanza quando la futura mamma abbia contratto il virus dell’HIV. Vediamo perché e come
Nelle donne in gravidanza affette da HIV, ovvero che abbiano contratto il virus responsabile dell’AIDS, la terapia con i farmaci antiretrovirali è necessaria sia per la madre che per il feto, al fine di prevenire il contagio.
Tra i test ematici a cui una donna incinta deve necessariamente sottoporsi c’è anche quello per l’HIV, dal momento che il contagio potrebbe essere avvenuto anche durante la gravidanza stessa o poco prima, e la futura mamma potrebbe non esserne a conoscenza.
Una volta che si sia scoperta la sieropositività, nessun panico, infatti seguendo la terapia antiretrovirale non solo si preserva la salute della mamma, sì da mantenere in stato di innocuità (per decenni) il virus, ma soprattutto si impedisce la trasmissione sul feto che così potrà nascere perfettamente sano. Questa terapia, però, in gravidanza potrebbe subire qualche modifica nelle dosi. In generale, la terapia antiretrovirale nella profilassi per il trattamento della sieropositività è combinata, e prevedere l’assunzione dei seguenti farmaci:
- Inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa come la zidovudina
- Inibitori della proteasi
- Inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa
Questi farmaci possono dare qualche effetto collaterale durante la gravidanza, ma vanno comunque assunti necessariamente. In particolare tra le possibili consuenze per la mamma ci può essere un aumento del rischio di preeclampsia e di steatosi epatica (“fegato grasso”) acuta, per questa ragione una donna incinta che segua la terapia antiretrovirale dovrà essere monitorata con particolare attenzione dal suo ginecologo e dall’infettivologo.
Non sono invece ancora sufficienti i dati scientifici su eventuali rischi e complicanze per il feto legate appunto ai farmaci antiretrovirali. In ogni caso, si tratta di una terapia che apporta più benefici che rischi, grazie alla quale nei Paesi in cui il Sistema Sanitario Nazionale sia efficiente e le condizioni igieniche ottimali, le mamme sieropositive possono ragionevolmente affrontare una gravidanza serena a dare alla luce figli sani.