Crescita
L’aggressività nei bambini: quando è normale e quando segnala disagio
Perché alcuni bambini sembrano sempre arrabbiati e manifestano atteggiamenti aggressivi? Scopriamo quando è normale e quando, invece, i comportamenti violenti sono sintomo di qualcos’altro
L’aggressività nei bambini, soprattutto molto piccoli, è, in parte, una fase normale del loro percorso di apprendimento . In genere i bimbi fino ai 2-3 anni quando si sentono frustrati per qualcosa, ad esempio non ricevono l’attenzione che vorrebbero da parte dei genitori, possono esprimere questa insoddisfazione lanciando oggetti oppure diventando maneschi.
In un contento familiare sereno e tranquillo, in cui il bambino venga rassicurato nei modi e nei tempi giusti senza che i suoi capricci vengano accolti per “sfinimento” (cosa che spingerebbe a rafforzare i comportamenti aggressivi), in genere la fase violenta passa da sola.
Difficilmente, poi, un atteggiamento violento insorge dopo l’ingresso alle scuole elementari. I genitori devono sforzarsi di creare intorno al bambino un ambiente protetto, ma se anche il contesto familiare esprime violenza, fisica o verbale, è molto più difficile che il bambino smetta con i suoi comportamenti, che invece può portarsi appresso fino all’età adulta.
I bambini affetti da iperattività e deficit dall’attenzione talvolta possono apparire aggressivi, ma in questo caso ci sono altri sintomi che possono aiutare le mamme e i papà a capire che all’origine del comportamento manesco del loro bimbo c’è altro.
Quando l’aggressività nel bambino sia parte della sua fase di crescita e di apprendimento è bene aiutarlo a convogliare l’energia distruttiva creando per lui un ambiente di giochi creativi e stimolanti ma soprattutto strutturati, oppure iscriverlo ad un corso sportivo, magari di squadra, dove possa imparare le regole della socialità.
Se, però, un bambino tranquillo, che quindi non sia mai stato particolarmente aggressivo nei primi anni, dovesse improvvisamente diventare violento, sai nell’espressione verbale che in quella fisica, se dovesse iniziare a picchiare i compagnetti, gettare oggetti o esplodere in attacchi d’ira, evidentemente questo rappresenterebbe un suo modo per esprimere un disagio.
In questi casi, soprattutto se il bimbo manifesta altri sintomi di malessere, ad esempio se dorme male o ha un improvviso calo del rendimento scolastico, potrebbe essere necessario rivolgersi ad uno psico-terapeuta che lo aiuti a far salire a galla le ragioni profonde della sua rabbia e, quindi, a superarle.
Foto| via Pinterest